Frank Zappa
Wazoo
(Vaulternative)
Sebbene
la cosa appaia sempre più difficile da credere ogni anno che passa (ma
forse sarebbe meglio dire: proprio perché la cosa appare sempre più difficile
da credere ogni anno che passa), giova ripetere che ci fu un tempo in cui
un periodico musicale che voleva essere preso sul serio metteva sulla copertina
del suo primo numero (o, talvolta, del numero che avrebbe dovuto ribadirne
l’elevata qualità) l’inconfondibile faccia baffuta di Frank Zappa, folte
sopracciglia incluse. E se questa circostanza dovesse apparire un fatto
tipico solo del buffo contesto italiano basterà tirare in ballo la Germania
e la Francia, affiancando poi i servizi dei settimanali Made in U.K. e
dei periodici Made in U.S.A., da Rolling Stone a Downbeat passando per
Creem e Musician e non tralasciando riviste quali Guitar Player e Keyboard.
Una buona
dimostrazione della rilevanza di Zappa è costituita dal piccolo tour (poco
più di una mezza dozzina di date in Europa e negli Stati Uniti) effettuato
nel settembre del ’72 dalla misteriosa formazione (mai ufficialmente) denominata
Grand Wazoo e dal bel malloppo di recensioni che di quel tour si occuparono.
Ecco il dettaglio della formazione (il lettore è invitato a fare un bel
respiro).
Frank Zappa, chitarra e conduzione. Tony Duran, chitarra slide.
Ian Underwood, piano e sintetizzatore. Dave Parlato, basso elettrico. Jim
Gordon, batteria. Jerry Kessler, violoncello elettrico. Mike Altschul,
piccolo, clarinetto basso, etc. Jay Migliori, flauto, sax tenore, etc.
Earle Dumler, oboe, sarrusophone contrabbasso, etc. Ray Reed, clarinetto,
sax tenore, etc. Charles Owens, sax soprano, sax alto, etc. Joann McNab,
fagotto. Malcolm McNab, tromba in Re. Sal Marquez, tromba in Sib. Tom Malone,
tromba in Sib, tuba. Glenn Ferris, trombone ed euphonium. Kenny Shroyer,
trombone. Bruce Fowler, trombone. Tom Raney, vibrafono e percussioni. Ruth
Underwood, marimba e percussioni.
Com’è
noto, dopo la rovinosa caduta e conseguente frattura e ingessatura della
gamba che aveva messo fine alla controversa "Vaudeville Band" con
Flo &
Eddie Zappa era andato in studio e aveva inciso due album decisamente complessi
che esaltavano gli elementi jazzistici del quadro mentre confermavano il
suo tipico multistilismo compositivo e ribadivano il suo interesse per il
solismo brillante, sovente impiegato in sovrapposizioni "incongrue" (si
veda quale ottimo esempio il rapporto "scomodo" esistente tra la
tromba di Sal Marquez in assolo e la batteria di Aynsley Dunbar sulla versione
del brano intitolato The Grand Wazoo contenuta nell’album omonimo).
Incisi
i due album – Waka/Jawaka e The Grand Wazoo – Zappa aveva portato in tour
l’ampia formazione di cui sopra ancor prima che il secondo album fosse
pubblicato; il pubblico si trovava quindi dinnanzi a un repertorio e una
formazione quasi interamente nuovi, e certo di non facile accessibilità.
Effettuate le date previste, sciolta la formazione, dimezzate le forze
in campo, riconfigurato il materiale da eseguire, fu il tentetto logicamente
(ma mai ufficialmente) denominato Petit Wazoo a effettuare con successo
un buon numero di date nei mesi seguenti.
A mancare
erano però le registrazioni ufficiali (e qui anche i bootleg erano stati
avari), con costernazione dei fan che si vedevano privati di un tassello
indispensabile alla storia. Poi, un paio di anni or sono, quando ormai
ogni speranza era stata messa definitivamente nel dimenticatoio, ecco spuntare
Imaginary Diseases a documentare il periodo "Petit Wazoo". E
poi, sorpresa ben maggiore, addirittura un doppio che vede come protagonista
il Grand Wazoo.
Il concerto
contenuto su Wazoo è stato effettuato il 24 settembre del 1972 alla Boston
Music Hall, ed è l’ultimo in assoluto della formazione. La registrazione
è stata realizzata su un due piste da ¼" a 7 ½ ips.
La fedeltà è buona, pur se non spettacolare; il dettaglio non manca. A
sinistra i tromboni, i sassofoni e i clarinetti, il basso elettrico, parte
delle percussioni e il violoncello. La chitarra di Zappa è perlopiù in
posizione centrale, mentre la batteria di Jim Gordon è distribuita nello
spettro stereo. A destra le trombe, la tuba, la slide di Duran e le tastiere
di Underwood.
Ottimo
e ben eseguito il materiale, che presenta non pochi motivi di interesse.
Il primo CD si apre con la "prova microfoni", e prima di quella
di Duran possiamo sentire chiaramente Zappa chiamare "Think It Over":
questo il titolo del brano poi ufficialmente denominato The Grand Wazoo.
Segue la raramente eseguita Approximate in una versione molto interessante.
Chiude il primo CD una bella esecuzione di Big Swifty. In realtà a questo
punto il concerto vedeva la mezz’ora di The Adventures Of Greggery Peccary,
posta qui (per ovvi motivi di lunghezza) in apertura del secondo CD; ed
è una versione in quattro parti e con molti assolo che la rendono unica.
Il bis è costituito dalla Penis Dimension proveniente da 200 Motels e dalla
allora inedita Variant I Processional March che ritroveremo qualche anno
più tardi su Sleep Dirt con il titolo di Regyptian Strut.
Se l’album
è a nostro avviso ottimo (proveremo a spiegare il perché fra un momento),
quello che viene fuori immediatamente e in maniera contagiosa è l’entusiasmo
di Zappa nel poter plasmare una formazione dalle possibilità poco comuni,
sia per strumentazione complessiva dell’ensemble che per capacità dei componenti,
millimetrici nel seguire la partitura, sciolti e inventivi in assolo (citazione
d’obbligo per Jim Gordon, preciso e swingante, e per l’elettrico-con-plettro
Dave Parlato). Di Zappa si seguono bene le indicazioni ("respirazione
circolare"), le preoccupazioni concernenti le esecuzioni ("Vi
rimangono forze sufficienti?", "Rilassato") e il pubblico
(come quando lo avverte che il materiale che seguirà è decisamente più "astruso";
quanto comune era quel termine allora – e oggi?).
L’introduzione
è dedicata alla prova microfoni e alla presentazione dei musicisti, si
passa quindi all’inconfondibile giro di chitarra slide di Tony Duran che
introduce…
Think
It Over, ovvero The Grand Wazoo. E’ una versione molto simile a quella
di studio già nota, con le ovvie differenze negli assolo e nella condotta
batteristica, qui decisamente più lineare. Apertura con bell’assolo di
clarinetto, piccolo assolo di Underwood al piano elettrico (diremmo senz’altro
un Fender Rhodes), poi un assolo di Duran alla slide non lontano da quello
da lui fatto in studio. A 4′ parte un bel solo di trombone ben sorretto
dalla ritmica (basso, batteria, piano elettrico e slide), a 7′ 20" un
assolo di tromba (Sal Marquez?), con bella ritmica e squarci dei fiati
in assolvenza, che prende vigore nel suo proseguire. A 10′ 50" buon
assolo di chitarra "bluesy" con
"stiratura" delle corde, percussioni fantasiose, tema, piccolo
assolo di sintetizzatore a 15′ 58", tema e chiusa.
Più
"astruso" è Approximate, con "semi-indeterminazione" della
partitura, breve tema ritmico, molto "fanfara". A 1′ 14" parte
un buon solo di clarinetto basso, con ampio uso dell’arpeggiato, ritmica
secca con bella sottolineatura di piatto, poi stacco orchestrale e notevole
assolo di sarrusophone contrabbasso a partire da 3′ 56", avvolto dai
fiati. Stacco, e – introdotto da un incalzante giro di basso à la Filthy
Habits – parte a 6′ il solo di Minimoog di Underwood, una delle vette dell’intero
concerto (con bel vibrato molto à la Don Preston e più di un riferimento
all’assolo di sax alto filtrato dal wha-wha suonato dallo stesso Underwood
su Chunga’s Revenge): è uno di quei momenti in cui Underwood dimostra di
possedere una mente musicale poco comune – si veda l’arco dell’assolo, e
la perfetta padronanza di uno strumento a quei tempi ancora nuovo (chi ricorda
le belle sottolineature sull’Arp 2600 poggiato sul palco nel tour del 1973?);
mosso e timbricamente vario il solo di percussioni orchestrali con appoggio
di batteria a partire da 9′, agile stacco solista di Gordon a 11′ 30",
chiusa.
"Relaxed
Pace" per la Big Swifty che in origine chiudeva quel concerto. Dopo
il tema, a 1′ 38", un assolo di sax alto su una base funky molto à
la Gumbo Variations, con il plettro del basso in evidenza, ci rimanda per
un attimo al violino di Don Sugarcane Harris. Assolo di tromba a 5′ 40" (Malcom
McNab?), poi a partire da 7′ 30" assolo di chitarra "bluesy" ben
sorretto da fanfara, e tema.
Mezz’ora
abbondante per The Adventures of Greggery Peccary, qui priva della narrazione
poi contenuta nella versione apparsa su Studio Tan, e con un paio di temi
in meno; in compenso, il brano è qui integrato da numerosi assolo.
Il breve
Movement I si apre con un tema quasi da "cartoon music" tipicamente
zappiano, lieve, poi cadenzato, trombe sordinate, breve assolo di trombone
(diremmo Bruce Fowler) a 2′ 06", poi a partire da 2′ 50" un bell’ensemble:
oboe, fagotto, violoncello elettrico, tromba (la diremmo una parte scritta,
e la diremmo eseguita da Tom Malone).
Il più
lungo Movement II si situa inizialmente a metà strada tra la "cartoon
music" e il clima di 200 Motels. Assolo di violoncello a 2′ 35" con
buon appoggio di piano elettrico, poi a partire da 3′ si inserisce un ritmo
di bolero, con in primo piano l’oboe, la tromba e la tuba; basso funky
a 5′ 30", tromba, il tema de La Cumparsita, assolo di tuba, e trombone
swing,
"dixieland", a 7′ 10" (Fowler?).
L’ancor
più lungo Movement III inizia con Drama! Polizia! Ottoni!, passa per un
sax romantico e sfocia in un assolo di sax tenore ben sorretto dalla ritmica
a partire da 1′ 45", tromboni/tromba (e "respirazione circolare")
a 3′ 34", poi a 6′ 18" una bella miscela di fagotto, oboe e rumore
bianco. Assolo di chitarra a partire da 9′ 08", con uno stranissimo
"taglio" decisamente avvertibile a 9′ 58", e quasi un’anticipazione
di The Deathless Horsie. A 10′ 56" si fa cenno a The New Brown Clouds…
… e
The New Brown Clouds viene effettivamente suonato quale Movement IV: orchestrale,
con bel violoncello, sarrusophone, trombone + piano elettrico, marimba.
Il bis
è da 200 Motels: una versione solo strumentale di Penis Dimension. E’ prevedibilmente
ben eseguita, ma la chiusa – con lieve assolo di tromboni dialoganti su
un pedale che diremmo provenire da Strictly Genteel – è davvero un momento
da antologia.
Fanfara
finale! Emozionante! Con tuba! E’ Regyptian Strut, qui (come costume al
tempo) indicata come Variant I Processional March.
Beppe Colli
© Beppe Colli 2008
CloudsandClocks.net | Aug. 7, 2008