Frank
Zappa
The Dub Room Special! (DVD-V)
(Eagle Vision)
Una
serata fredda e piovosa e un raffreddore con i fiocchi: quale migliore
occasione per togliere finalmente la copertura di cellofane a un DVD-V
comprato già da un bel po’ di tempo (03/11/05, recita implacabile
lo scontrino) e finora mai visto? Uscito una prima volta in formato
VHS nel corso dei primi anni ottanta, The Dub Room Special! coglie Frank
Zappa in due fasi distinte (e che qualcuno potrebbe dire "diverse,
ma ugualmente valide") della sua carriera concertistica. Non è
quel video di Roxy & Elsewhere che i fan zappiani attendono inutilmente
ormai da qualche anno, ma è senz’altro una buona proposta (anche
dal punto di vista tecnico: ottimo il suono, ottima la resa visiva)
perfettamente in grado di fungere da introduzione per i neofiti. E con
questi consolanti pensieri ce ne andiamo a letto.
Il
risveglio non potrebbe essere più brusco: sul Village Voice c’è
Robert Christgau che tesse le lodi di Shakira (prendiamo subito un appunto
mentale: controllare le recensioni degli album di Frank Zappa fatte
da Christgau nell’archivio della sua Consumer’s Guide). In effetti si
sarà notato che negli ultimi tempi l’orologio è andato
parecchio indietro – di tanto in tanto qualche amico più giovane,
avendo ascoltato qualche album di "musica difficile" come
quella zappiana, ci chiede se è vero che "un tempo"
Zappa suonava negli stadi. Il che potrebbe ben valere – variando il
nome della nazione e la grandezza degli stadi (e mettendo in debito
conto anche il fattore "accesso alla radio") – per non poca
musica dell’epoca.
Frank
Zappa: troppo "difficile e scostante" per alcuni, fin troppo
accondiscendente verso i gusti delle masse per altri – ricordiamo un’intervista
dove qualcuno degli Henry Cow definiva (qualcosa come) "commerciale
e non interessante" la produzione discografica zappiana posteriore
a Uncle Meat (chissà come gli ex membri degli Henry Cow vedono
oggi la loro produzione discografica posteriore a Western Culture).
Certo è che ci fu, un tempo, un luogo sulla Terra dove ogni nuova
rivista che voleva presentarsi come "seria & non commerciale"
metteva in bella mostra sulla copertina del primo numero un bel ritratto
di Frank Zappa. Chi mai potrebbe oggi svolgere questa funzione? (E sarà
senz’altro un nostro errore di prospettiva, ma quell’articolo ogni tanto
su Robert Wyatt ci sembra indirizzato soprattutto a coloro i quali hanno
perso ogni contatto con quanto di nuovo viene prodotto e si aggrappano
al dignitoso vecchio come a una ciambella di salvataggio in un mare
in tempesta.)
Chiuso
il periodo Flo & Eddie, dati alle stampe due album (che restano
oggi dei classici) come Waka/Jawaka e The Grand Wazoo, Zappa era ritornato
splendidamente in tour con la formazione di Over-Nite Sensation. E anche
se quella formazione (un breve ripasso? Jean-Luc Ponty! Ian Underwood!
Ruth Underwood! George Duke! Bruce Fowler! Tom Fowler! Ralph Humphry!)
era difficile da eguagliare, pure la successiva, e ridotta (un sestetto),
resa sicura da un lungo affiatamento, non sfigurava al confronto (qui
il classico rimando discografico è costituito dal Vol. II della
serie You Can’t Do That On Stage Anymore, sottotitolato The Helsinki
Concert).
Buona
parte di The Dub Room Special! è dedicato a uno speciale televisivo
effettuato nell’agosto del 1974 negli studi dell’emittente losangelina
KCET TV. (I possessori del bell’album intitolato One Size Fits All riconosceranno
senz’altro le versioni di Inca Roads e Florentine Pogen che compaiono
sul DVD-V.) Solida e versatile la batteria di Chester Thompson, velocissime
le percussioni di Ruth Underwood, il basso di Tom Fowler come ancora,
le belle tastiere di George Duke, l’ottima voce (e sax, e flauto, e
presenza scenica) di Napoleon Murphy Brock. Molto blues (Cosmik Debris,
Stink Foot) e rhythm ‘n’ blues, qualche brano "insuonabile"
(Approximate), qualche classico strumentale (Uncle Meat/Dog Breath),
un affiatamento pazzesco e un evidentissimo piacere di suonare.
Il
resto del materiale concertistico proviene da un concerto del 1981,
la notte di Halloween. I musicisti sono qui decisamente più giovani,
le loro individualità – a paragone con la formazione precedente
– senz’altro meno spiccate. E’ comunque una poderosa macchina metrica
in grado di suonare qualsiasi cosa e di offrire a Zappa un tappeto affidabile.
Ottimo Chad Wackerman alla batteria, belli i colori delle percussioni
di Ed Mann (anche cantante di quelle parti di Flakes che in origine
erano state appannaggio di Adrian Belew). C’è il metallo chitarristico
di Steve Vai e il blues di Ray While, come al solito ottimo cantante
(su Easy Meat e dappertutto). Ci sono le tastiere orchestrali di Tommy
Mars (vedi l’interludio di Easy Meat) e quelle più di supporto
di Bobby Martin, vero "tonsille d’acciaio" su Stevie’s Spanking.
E poi c’è Zappa, impagabile nella mimica (Cocaine Decisions)
e in assolo.
Completano
il quadro un documentario realizzato ai tempi del boom a sorpresa di
Valley Girl, gli incubi delle animazioni in creta di Bruce Bickford
e qualche altra piccola cosa (c’è anche un estratto dallo storico
"Palermo Riot" del 1982 – un evento visto da chi scrive a
distanza fin troppo ravvicinata).
Beppe
Colli
© Beppe Colli 2006
CloudsandClocks.net | Jan. 15, 2006