Frank
Zappa
A Token Of His Extreme (DVD-V)
(Eagle Vision)
Il massiccio
programma di ristampe che lo scorso anno ha avuto quale protagonista quella
vasta e complessa entità che risponde al nome di "catalogo zappiano" portava
con sé un interrogativo di enorme importanza per ogni vero fan del baffuto
Maestro: "vedranno finalmente la luce quelle cose che tutti sappiamo
esistenti ma che per un motivo o per l’altro poi non escono mai?".
E se parliamo di video zappiani l’entità misteriosa per eccellenza è senz’altro "il
video del Roxy": quattro ore o giù di lì di materiale filmato nel
dicembre del ’73 che vede all’opera una gran bella formazione, il riferimento
discografico più prossimo essendo ovviamente il doppio album del ’74 intitolato
Roxy & Elsewhere.
Qui sarebbe
forse più saggio rassegnarsi: è infatti altamente probabile che proprio
in ragione di costi di produzione altissimi dovuti all’enorme quantità
del girato
"il video del Roxy" non veda mai la luce. Sarebbe però sbagliato
guardare con sufficienza a quello che invece c’è: A Token Of His Extreme
è un tassello senz’altro importante – oltre che altamente godibile – sia
per il fan che per il neofita, perfettamente in grado di funzionare da buon
punto di accesso per chi ha scarsa familiarità con una produzione quale quella
zappiana che proprio in ragione della sua mole può a volte risultare di ardua
accostabilità.
A Token
Of His Extreme – qui il gioco di parole è con l’espressione A Token Of
My Esteem, che sta per Un segno della mia stima – è il titolo di uno speciale
televisivo ideato da un Frank Zappa che a quel tempo si godeva il suo quarto
d’ora di celebrità commerciale grazie ad album quali Over-Nite Sensation
e Apostrophe (‘). Fu nell’estate del ’75, leggendo le note di copertina
di One Size Fits All, che i fan del musicista appresero che "The basic
tracks for Inca Roads and Florentine Pogen were recorded live at KCET TV
Los Angeles during the production of our TV special". Sappiamo oggi
che la data precisa è il 27 agosto.
La formazione
è quella ben nota operante all’epoca e ascoltabile con qualche variazione
su molti album del periodo, un esempio "puro" e altamente riuscito
essendo il Vol. II della serie You Can’t Do That On Stage Anymore che riporta
l’integrale di un concerto del ’74, di poco posteriore al video di cui
si dice adesso, sotto il titolo di The Helsinki Concert. Napoleon Murphy
Brock a sax tenore, flauto e voce, George Duke a tastiere e voce, Tom Fowler
al basso, Chester Thompson alla batteria e Ruth Underwood a numerosissime
percussioni. Zappa è ovviamente alla chitarra, alla voce e anche, talvolta,
alle percussioni.
E’ una
formazione che qualcuno vuole "la migliore che Zappa abbia mai avuto"
ma che non necessita di tali esagerazioni per essere apprezzata. E’ certo
che il periodo vede Zappa recuperare climi e argomenti "blues",
con bella coloritura timbrica di musicisti appropriati grazie ai quali il
leader indossa un umorismo che si presenta come autenticamente divertito,
oltre che divertente. Si respira un’aria R&B, che per qualcuno cresciuto
negli anni cinquanta vuol dire sostanzialmente "blues elettrico",
e non
"funky" – anche se poi il "funk" è ben presente in questa
musica, soprattutto grazie al drumming di Thompson (non, si badi bene, un
musicista in grado di offrire un solo colore, come l’accordatura orchestrale
dei suoi tamburi può ben testimoniare) e agli accenti "elettrici" di
Duke alla voce, al Clavinet e a due piani elettrici, un Fender Rhodes e un
Wurlitzer, a volte suonati in contemporanea.
L’ascoltatore
non potrà non notare il peso di Ruth Underwood a marimba, vibrafono e tamburi.
Napoleon Murphy Brock è presenza scenica con pochi eguali, innanzitutto
per la naturalezza nell’interpretare questo ruolo, poi per l’enorme quantità
di fiato che gli consente di ben figurare a sax e flauto nel bel mezzo
di una danza. Tecnicamente perfetto, Tom Fowler interpreta benissimo il
ruolo di ancora. Zappa canta e dialoga, e fa begli assolo – è la famosa
Gibson SG con vibrato Bigsby della copertina di Roxy & Elsewhere.
C’è a questo
punto da affrontare un problema di natura "pragmatica" che riguarda
solo chi già possiede un DVD-V di qualche anno fa intitolato The Dub Room
Special. Il materiale dello speciale televisivo ha avuto per anni una circolazione
illegale su nastro VHS, la prima pubblicazione ufficiale di parte di questa
musica essendo costituita appunto da The Dub Room Special, dove essa si
alterna a brani tratti da un concerto di Halloween del 1981 poi confluito
nel più completo The Torture Never Stops.
Da parte
nostra diremo che i brani che compaiono qui per la prima volta sono molti
e di buona qualità. Che il sonoro ci è parso più nitido (ma il nostro apparato
video non è hi-fi, e in ogni caso potrebbe trattarsi di un uso della compressione).
Che risultano mancanti quei tocchi di sovrapposizione sonora praticati
da Zappa in alcuni momenti – vedi l’approssimarsi del gorilla con orologio
e spazzola per capelli. Rimangono immutati quei lunghi spezzoni in cui
l’assolo di chitarra lascia visivamente il posto alle animazioni di Bruce
Bickford, scelta che chi scrive ha sempre considerato sommamente infelice
(ma forse manchiamo di fantasia e non capiamo che c’è chi si annoia a vedere
un lungo assolo di chitarra?).
Stranezza
ulteriore, mancano due pezzi eseguiti in quell’occasione e presenti su
The Dub Room Special, Approximate e Cosmik Debris, e ci dispiace: il primo
è decisamente originale, il secondo offre uno degli assolo più riusciti
di Zappa in quest’occasione. Del perché non sapremmo dire, anche se osservando
il tutto con occhio analitico ci è venuto il dubbio (è qualcosa che ha
a che fare con l’inviluppo del suono, specialmente la prontezza dell’attacco)
che la seconda parte dell’assolo di sax tenore fosse frutto di una sovraincisione
di studio.
Il materiale
è quello tipico dell’epoca, eseguito con scioltezza e brio. Citiamo la
divertente Stink-Foot, stranamente "tagliata". La lunga Inca
Roads, con bell’assolo di Duke al sintetizzatore ARP Odyssey, dal quale
trae un bel timbro Minimoog. Lo sciolto medley The Dog Breath Variations/Uncle
Meat. Non può ovviamente mancare Montana. C’è un bel solo improvvisato
di George Duke che sfocia in una danza a braccetto con Napoleon Murphy
Brock (e che ricordavamo perfettamente dal concerto romano di… quasi
quarant’anni fa). C’è ovviamente Florentine Pogen, non possono mancare
Pygmy Twylyte, Oh No/Son Of The Orange County e More Trouble Every Day.
Da notare le splendide orecchie di Duke, che sugli ultimi brani qui citati "echeggia" sul
Fender Rhodes alcune frasi eseguite da Zappa in assolo.
C’è poi
un
"bonus": l’apparizione integrale di Zappa al Mike Douglas Show
nel 1976, fatta allo scopo di pubblicizzare lo speciale televisivo e il nuovo
album Zoot Allures. C’è una serena discussione sulla storia del gruppo, sul
non-uso di droghe da parte di Zappa, sulle preferenze musicali e via dicendo,
accanto a due personaggi, uno dei quali crediamo di poter identificare come
il cantante statunitense Kenny Rogers.
Strepitosa
sorpresa, Zappa impugna una SG (dovrebbe essere una copia), inserisce il
jack del cavo in un minuscolo amplificatore della Pignose da un paio di
watt e con l’accompagnamento della house band del programma esegue una
eccellente versione di Black Napkins, con primo piano delle mani (hurrah!)
e sicura resa emotiva.
Beppe Colli
© Beppe Colli 2013
CloudsandClocks.net
| June 19, 2013