Wolter
Wierbos
Deining
(DolFijn Records)
Attivo
sin dalla fine degli anni settanta, il trombonista Wolter Wierbos ha suonato
e inciso con (tra l’altro) formazioni guidate da Ab Baars e Maarten Altena,
con la Berlin Contemporary Jazz Orchestra di Alexander von Schlippenbach,
con il quartetto di Frank Gratkowski, il quintetto di Gerry Hemingway e
la Instant Composers Pool Orchestra di Misha Mengelberg. Ottimo e versatile
strumentista, leader riluttante, Wierbos ha inaugurato la sua piccola etichetta
autogestita con quello che se non andiamo errati dovrebbe essere a oggi
il suo terzo album in solo, l’ottimo 3 Trombone Solos.
Registrato
dal vivo nel luglio del 2006 al De Drie Gebroeders (che diremo essere una
chiatta ormeggiata su… qualcosa di liquido) Deining vede Wierbos confrontarsi
con musicisti che diremmo noti al lettore e ben noti al trombonista: il
fiatista Ab Baars, il contrabbassista Wilbert de Joode, la suonatrice di
viola Mary Oliver, il "batterista, ecc." Han Bennink e il chitarrista
Franky Douglas. Non tragga in inganno la foto collettiva che appare in
copertina: l’album comprende solo ed esclusivamente esecuzioni in duo.
Il che, una volta riposizionate le proprie aspettative, non è certo una
brutta cosa.
I tre duetti
con Franky Douglas mostrano il chitarrista offrire temi e spunti decisamente
più orecchiabili, meno ambiziosi di quello che forse ci aspetteremmo, ma
ciò non è necessariamente un male: perché mostrano un lato tematico di
Wierbos che non fa capolino molto spesso, ma soprattutto perché – posti
come sono a fungere da intermezzo tra materiali decisamente più ostici
– funzionano egregiamente da
"stacco".
La parte
maggiore (parliamo di minutaggio) dell’album è occupata dagli ottimi duetti
con il contrabbasso di Wilbert de Joode, dal linguaggio tipicamente vario
e dal timbro asciutto e "piccolo" tanto simile a quello di un
violoncello oversize. Si passa senza soluzione di continuità da un lento "loop" a
climi frenetici, da uno swing con pizzicato a degli start and stop che
forse sono coordinati e forse no a una melodia swing. Ed è solo il primo
dei sei pezzi! Segnaliamo solo i pizzicati del secondo brano; il soffiato
accoppiato ad armonici con l’archetto del terzo; il pedale ultrabasso e
le voci quasi da cartoon del quarto; il lungo e cangiante dialogo del quinto;
i borbottii del sesto.
Il primo
dei duetti con Douglas ha una melodia semplice, la chitarra arpeggiata,
il trombone che è quasi una cornetta.
I tre brani
in duo con Ab Baars vedono il musicista nell’ordine al tenore, al clarinetto
(stranamente non accreditato) e al no-kan. Il primo à un brano tematico,
il secondo una composizione di Mengelberg dal fresco sapore (non sorprendentemente)
monkiano dove il trombone è impegnato in un bel contrappunto, il terzo
è una specie di marcia, con l’acuto no-kan a opporsi a un bassissimo trombone.
Altro duo
con Douglas, attacco che è una specie di Take Five, tematico, con accenni
"samba".
Il rapporto
con Han Bennink è prevedibilmente frenetico, ride, trombone, tempo, armonica
a bocca. Seguono un solo trombone lirico, un solo di batteria con agili
spazzole sul rullante, poi il dialogo tra trombone e viola conduce con
logicità a una ripresa del tema di Mengelberg, con la melodia eseguita
prima dalla viola e poi dal sax sopranino di Bennink.
Tematico,
con accordi, e "bossa", il terzo duetto con Douglas.
L’ultimo
duo con de Joode vede il contrabbasso cadenzato/"pulse" fungere
quasi da batteria, il trombone tematico/jazzistico, ed è un bel brano che
si spegne silenzioso, senza applausi.
Beppe
Colli
© Beppe Colli 2009
CloudsandClocks.net
| Oct. 10, 2009