The Universal Thump
Walking The Cat: The Abbey Road EP

(self-released)

Ottima musica, bella registrazione, arrangiamenti colorati e uno spirito produttivo indipendente (l’album era stato realizzato mediante una campagna di "finanziamento diffuso" effettuata tramite Kickstarter) ci avevano indotto a dire un gran bene dell’album di esordio di The Universal Thump, formazione di "pop orchestrale" a geometria variabile che vedeva al suo centro le figure di Greta Gertler Gold – cantante, pianista e prima autrice di musiche e testi – e Adam D Gold – batterista, cantante, arrangiatore e versatile "tuttofare".

Sull’arco di quattro facciate – sia "virtuali" che "reali" – The Universal Thump aveva offerto musica fresca e accessibile che risultava non priva di originalità pur all’interno di una cornice dove non era arduo rintracciare modelli e predecessori.

Ci era poi giunta notizia di qualche concerto – uno anche a Roma, che ci toccò mancare – e di una nuova sottoscrizione effettuata tramite Kickstarter. E poi, la notizia dell’imminente pubblicazione di un lavoro di durata contenuta – solo un EP – intitolato Walking The Cat: The Abbey Road EP. E qui, pur se eravamo in grado di cogliere immediatamente lo scherzoso rimando al classico brano di Rufus Thomas intitolato Walking The Dog, ci restava misterioso il riferimento al celeberrimo album dei Beatles intitolato Abbey Road e agli storici studi della EMI che proprio in omaggio a quell’album cambiarono nome.

Grande è stata la nostra sorpresa nell’apprendere che il nuovo mini-album era stato registrato proprio in quegli studi! E che dire del suono di questo EP? Wow!

Le coordinate della musica della formazione rimangono sostanzialmente le stesse del lavoro precedente, con il quale Walking The Cat condivide non pochi musicisti. Ovviamente al loro posto i due titolari, incontriamo nuovamente Jonathan Maron al basso elettrico, Barney McAll a organo, sintetizzatore e Clavinet, Oren Bloedow alla chitarra e J. Walter Hawkes al trombone (un intervento, il suo, che aggiunge spezie alla ballad intitolata Treehouse e che rimanda idealmente al trombone di Nick Evans su Lady Of The Dancing Water dei King Crimson di Lizard).

Dobbiamo ammettere che – a dispetto dell’avvertenza che solo di un EP si trattava – sulle prime siamo rimasti delusi della ridotta durata complessiva di questa musica: cinque pezzi per poco più di un quarto d’ora. Ma posto che resta forte il desiderio di ascoltare dell’altro, la scelta dei titolari ci trova consenziente: era da anni che non ascoltavamo musica dalle timbriche – innanzitutto pelli e tamburi, ricchissimi di sfumature e di armonici – tanto realistiche e soddisfacenti.

Si consideri che per motivi "tecnici" il nostro ascolto è stato effettuato tramite un file MP3, che con solo qualche piccolo aggiustamento – abbiamo dato un po’ più di "aria" nella gamma alta (ovviamente abbiamo ascoltato la musica con il nostro impianto hi-fi su un CD da noi masterizzato) – è risultato più "musicale" e "dinamico" del 90% della musica da noi acquistata negli ultimi anni (cosa che a ben vedere è molto triste).

Omaggio ai meritevoli: a Gordon Davidson tecnico a Abbey Road e al suo assistente Greg McAllister; a Noah Simon, che ha curato il missaggio; a Alan Silverman, che ha curato la masterizzazione insieme al suo assistente Mike Tierney; registrazioni successive sono state effettuate nello studio newyorkese Benny’s Wash n’ Dry da Adam D Gold, J. Walter Hawkes e Bennett Paster.

Accomunati dalla stessa freschezza melodica e dalla stessa vivezza timbrica, i cinque brani risultano sufficientemente diversi da garantire un viaggio colorato e stimolante, con i particolari degli arrangiamenti a venir fuori quando ormai si pensa che il lavoro non ha più misteri (una citazione particolare va ai colpi di tamburo conclusivi di Watch The Sunrise, che dopo decine di ascolti non mancano di coglierci di sorpresa).

Grande naturalezza ed estrema versatilità fanno correre il rischio di "dare per scontato" lo splendido apporto delle interpretazioni vocali di Greta Gertler Gold, da cui un sovrappiù di avvertimento da parte nostra. La musicista dà anche un’ottima prova come pianista e autrice.

Un’occhiata ai brani.

Sunset Park apre con un ingresso ritmico di tamburi; poi piano, voci, la celesta a simulare il vibrafono, un ottimo basso elettrico, e archi efficaci (Anne Lanzilotti alla viola e Brian Snow al violoncello) ad abbracciare la melodia. C’è un bell’inciso "accelerato", quasi da commedia musicale, poi il contrappunto di una voce maschile ad arricchire.

Cockatoos ha una melodia più "spezzata", accattivante eppure cangiante e piena di sorprese. Bei tamburi, bel sintetizzatore, e un’ottima condotta vocale.

Watch The Sunrise ha un andamento un po’ "marziale" che ci ha rimandato a certe cose di Haco. Da una base fortemente ritmata esce fuori una bellissima melodia, altamente contagiosa e ben servita da un coro e da un atteggiamento "stretto" della batteria. Assolo di sintetizzatore dal timbro fantasioso a trasportarci altrove.

Treehouse è una lenta ballad melodica dallo sviluppo delicato. Andamento ciclico, a due voci, vede le proporzioni maschile/femminile ribaltarsi nel corso della sua durata. Ottimo rullante, basso, i tromboni sovraincisi a dare spezie. Bell’intermezzo pianoforte-piatti, chiusa.

Walking The Cat apre con pianoforte e basso, un mid-tempo dove sorge una delicata melodia dal sapore malinconico. Svolgimento intelligente, assolo di chitarra slide (un po’ alla George Harrison?) accoppiato all’organo. Diventa quasi Gospel, con organo Hammond e Clavinet (echi di Billy Preston?), poi il ritmo accelera, con buon basso elettrico.

A oggi il lavoro dovrebbe essere disponibile nei soli formati digitali MP3 e FLAC, il lettore è ovviamente invitato a rivolgere la sua attenzione in direzione di quest’ultimo.

Beppe Colli


© Beppe Colli 2015

CloudsandClocks.net | June 9, 2015