Alec K. Redfearn and The Eyesores
The Quiet Room
(Cuneiform)
Dobbiamo
confessare che questa è la prima volta che ascoltiamo un album di Alec K. Redfearn And The Eyesores. Il fatto che la musica
di questo CD sia discretamente difficile da eseguire bene ma che il gruppo
la esegua a perfezione ci dice di una lunga storia. Una ricerca in Rete ci
fornisce immediata conferma – questo è il quarto CD del gruppo, mentre
la storia del leader è ancora più lunga.
Non abbiamo avuto alcun problema ad ascoltare The Quiet Room molte
volte. Di tanto in tanto ci sono venuti in mente la Penguin Cafe Orchestra,
i Nimal, il Fred Frith del periodo Gravity, il folk balcanico, un pizzico
di minimalismo. Ma la miscela sembra funzionare. Dal punto di vista timbrico
la fisarmonica (acustica ed elettrica) del leader è uno dei colori
dominanti; ci sono anche molte percussioni, un contrabbasso, ance e ottoni,
chitarra elettrica, voci, violino e vari aggeggi elettronici, analogici e
digitali. Il suono collettivo è denso ma mai confuso, la registrazione
è molto dinamica, chiara e dal suono piacevole.
In ragione della sua varietà il CD sembra più lungo
di quello che è in realtà. Dopo un breve brano di apertura, Simian Fanfare, The Night It Rained
Glass On Union Street ha uno sviluppo scuro e intenso; The Bible Lite è
una bella canzone; la lunga Punjabi/Watery Grave è una composizone
complessa; The Smoking Shoes (’04) è la nostra canzone/traccia preferita
di tutto l’album, grazie a una melodia piacevolmente accattivante. Slow-mo
e Coke Bugs sono brani tesi. La title-track è davvero bella, mentre
la lunga Bulgarian Skin Mechanic, dal sapore folk, si è rivelata essere
la composizione che ci è piaciuta di meno.
L’unica
cosa che può essere detta contro questo CD è che se la musica
è certamente di buona qualità, e ottimamente eseguita, pure
essa non è terribilmente originale o innovativa. Però ci capita
di ascoltare tanti gruppi la cui musica non è affatto innovativa ma
che – per un motivo o per l’altro – viene definita essere tale dalla stampa.
Un punto nettamente a favore di Alec K. Redfearn
And The Eyesores è il fatto di suonare musica complessa, cosa che di
questi tempi è un’occupazione decisamente rischiosa. Suggeriremmo quindi
al lettore di ascoltare The Quiet Room: potrebbe avere una bella sorpresa.
Beppe Colli
© Beppe Colli 2005
CloudsandClocks.net | March 22, 2005