Laura
Nyro
Time And Love – The Essential Masters
(Audio Fidelity)
"Immagina
un Universo Parallelo dove Bob Dylan è solo un autore di canzoni portate
al successo da altri." Questa, a memoria, la definizione coniata da
qualcuno (la cui identità non riusciamo purtroppo a ricordare) allo scopo
di descrivere la scarsissima attenzione che da sempre, fatte le debite
eccezioni, viene prestata a un’artista come Laura Nyro nelle sue vesti
di musicista, strumentista e cantante. E "una firma su dischi cantati
da altri" è una definizione che a ben vedere si attaglia perfettamente
tanto alla Nyro quanto al primo Dylan. Fu infatti solo nell’interpretazione
di altri – citiamo qui Joan Baez, Peter, Paul and Mary, The Byrds e Sonny
and Cher – che il pubblico imparò ad amare quelle canzoni, su tutte Blowin’
In The Wind, che timbro, cadenza e intonazione della voce del loro autore
rendevano di così arduo gradimento.
E pensiamo
a Joni Mitchell, la cui sorte avrebbe potuto anche essere molto diversa,
e limitata per sempre alla scrittura di canzoni rese celebri da nomi quali
Tom Rush, George Hamilton IV, Buffy Sainte-Marie, Dave Van Ronk e Judy
Collins.
Cantate
da altri, le canzoni di Laura Nyro occuparono una non piccola fetta della
colonna sonora statunitense della seconda metà degli anni sessanta: citiamo
The 5th Dimension di Wedding Bell Blues, Stoned Soul Picnic e Sweet Blindness,
i Three Dog Night di Eli’s Coming, i Blood, Sweat & Tears di And When
I Die e la Barbra Streisand di Stoney End (ci furono anche altre versioni,
belle ma di scarso appeal commerciale, come l’interpretazione di Save The
Country fatta da Julie Driscoll, Brian Auger & The Trinity su Streetnoise).
Ironia della sorte, il singolo di maggior successo della Nyro (ma è pur
sempre poca cosa) fu un rifacimento del piccolo classico firmato dalla
coppia Gerry Goffin e Carole King intitolato Up On The Roof.
Le versioni
originali incise dalla Nyro dei brani in questione non sono affatto più
"difficili": solo più "intense e sentite", con una carica
interpretativa e tante piccole irregolarità esecutive – quei cambiamenti
di tempo così inusuali! – che nelle versioni di maggiore successo vengono
irrimediabilmente "appianate".
Pubblicato
nel 1967, l’esordio di More Than A New Discovery (successivamente ristampato
come The First Songs) presenta un’artista che, a dispetto della giovane
età (diciannove anni!), appare perfettamente in grado di creare con estrema
naturalezza una sintesi personale e matura che tiene in debito conto le
multiformi correnti che agitano il panorama della "popular music"
statunitense di quegli anni. Passa un anno, e Eli And The Thirteenth Confession
viene ancora meglio, innanzitutto in virtù di un maggiore controllo da parte
della Nyro sul processo di produzione e di arrangiamento dell’album. A intervalli
di un anno, New York Tendaberry e Christmas And The Beads Of Sweat mostrano
una maturazione il cui forse inevitabile corollario è un appeal decisamente
più selettivo: è qui che, di fatto, finiscono gli hits. Ancora un anno, e
Gonna Take A Miracle, album che vede la Nyro riprendere brani fondamentali
per la sua crescita artistica, chiude un ciclo – e la prima parte della storia.
Originariamente
pubblicata all’incirca dieci anni fa, la raccolta intitolata Time And Love
– The Essential Masters (nota importante per tutti i lettori distratti
e frettolosi: non si tratta della stessa versione di cui ci stiamo occupando
adesso!) presentava un approccio tipicamente da Greatest Hits, mettendo
insieme le versioni originali di quei brani che così grande successo avevano
avuto nell’interpretazione di altri e canzoni che ne condividevano quelle
caratteristiche di "lieve e piana comunicatività" che erano state
alla base del loro più ampio gradimento. E fu una raccolta che non comprammo,
per la semplice e ovvia ragione che della Nyro avevamo già tutto. Acquistammo
invece le tre ristampe pubblicate nel 2002, ma più per la speranza che
una nuova masterizzazione rimediasse a quei problemi di fruizione originati
dalle precedenti versioni in CD che per gli annunciati inediti (che pure
c’erano).
(Strano
riflettere sul senso possibile di una categoria merceologica quale
"Greatest Hits" o "The Best" (la "raccolta di successi" o "il
meglio") nell’epoca dello
"scaricafacile", quando "tutto" è, in un modo o nell’altro,
"a nostra disposizione" e l’accesso al repertorio di un artista
non necessita più di quell’operazione "a basso rischio finanziario"
costituita da un cauto "meglio", qualunque ne fosse il senso.)
Ragionando
in senso soggettivo dobbiamo ammettere che a nostro parere nessuna raccolta
di brani di Laura Nyro – pur tenendo fermo il limite temporale agli stessi
anni di cui si occupa Time And Love – The Essential Masters – potrebbe
mai considerarsi minimamente "completa" qualora priva di brani
come Buy And Sell, Lonely Women, Poverty Train, Gibson Street e Captain
For Dark Mornings. Ma non abbiamo alcuna difficoltà ad ammettere che, all’interno
dei suddetti limiti temporali, Time And Love – The Essential Masters offre
una sua innegabile coerenza. E non va certo dimenticato che qui si tratta
di brani che fanno parte di diritto del ristretto panorama della "Modern
American Music".
Quale la
ragione che ci ha fatto prendere in considerazione una raccolta che dieci
anni fa non aveva minimamente destato il nostro interesse? Semplice: per
questa nuova edizione in CD, la Audio Fidelity e Steve Hoffman – il tecnico
che si è occupato della nuova masterizzazione – non hanno usato i master
digitali della versione precedente, decidendo di ritornare ai nastri analogici
originali. Il risultato "parla da sé", come cercheremo di illustrare
qui di seguito. In sintesi, il suono è ora caldo e privo di quelle fastidiose
asprezze tipiche delle precedenti versioni. Il tutto è stato ottenuto in
modo
"naturale", senza fare ricorso a manipolazioni in digitale. Dicendo
lestamente, possiamo asserire che le parti di piano sono ora sensibilmente
più nitide, gli intrecci vocali maggiormente godibili, i fiati più verosimili,
le loro progressioni armoniche più facili da percepire.
Dato che
la nostra vecchia testina attende ancora di essere sostituita, abbiamo
deciso di escludere dal confronto gli album in vinile della Columbia in
nostro possesso. Nel corso di una settimana alquanto intensa il confronto
è quindi avvenuto tra i CD Columbia degli anni ottanta, le tre ristampe
su CD del 2002 e la ristampa del primo album fatta su CD dalla Rev-Ola.
Più nitidi
e con un migliore rapporto tra la voce e i fiati risultano essere Sexy
Mama, unico brano tratto da Smile (1976), e i tre brani provenienti da
Christmas And The Beads Of Sweat: When I Was A Freeport And You Were The
Main Drag, Blackpatch e Up On The Roof. Quello che "a pelle" ci
ha più colpito è stato vedere quanto diversa fosse la resa emotiva di It’s
Gonna Take A Miracle: voce chiara e senza picchi fastidiosi, archi di velluto,
basso elettrico presente ma perfettamente plausibile, l’inciso del brano
è un vero momento da
"fuori i fazzoletti". Cambiamento facilmente apprezzabile anche
per Save The Country, da New York Tendaberry, qui restituito alla sua più
naturale dimensione di "sinfonia tascabile" grazie al progressivo
comparire di voci e fiati a dare una sensazione di maestoso (ed è un brano
dove pare davvero di vedere la cubatura dello studio).
Il grosso
della raccolta proviene dai primi due album. Per la precisione si tratta
di cinque brani tratti da More Than A New Discovery/The First Songs e quattro
da Eli And The Thirteenth Confession. Con riguardo a quest’ultimo possiamo
dire che le versioni di Sweet Blindness, Eli’s Coming, Stoned Soul Picnic
e Lu che qui appaiono mantengono la chiarezza analitica caratteristica
del CD del 2002 perdendo al contempo quella asprezza e quel senso di affaticamento
che faceva seguito al loro ascolto – due motivi per cui ci eravamo ritrovati,
con una certa sorpresa, a riascoltare più spesso le versioni contenute
sui CD più vecchi! Qui possiamo ascoltare le voci multiple di Eli’s Coming
e il charleston mezzo-aperto di Lu con godimento immediato.
L’album
di esordio è qui rappresentato da cinque classici: Wedding Bell Blues,
And When I Die, Blowin’ Away, Goodbye Joe e Stoney End. La resa è superba:
spariti quei fastidiosissimi picchi vocali propri delle precedenti versioni
Columbia (ricordiamo bene anche l’LP), diremmo che in più di un brano –
per esempio, And When I Die – Hoffman sia riuscito anche a "domare" quella
sovrabbondanza di tromboni sul canale sinistro che anche la versione su
Rev-Ola aveva mantenuto.
Con apparente
paradosso, l’effetto su chi scrive dell’ascolto prolungato di questa edizione
dell’album è stato quello di voler riascoltare tutto il catalogo della
Nyro (saremo semi-(ir)realistici: diciamo i primi cinque album) in una
versione parallela a questa, realizzata con la stessa cura e dalle stesse
persone. Forse è solo un bel sogno. Ma proviamo a fare una bella sorpresa
a Marshall Blonstein (se abbiamo ben capito, è il brav’uomo dietro la Audio
Fidelity): proviamo a prendere una copia di questa edizione di Time And
Love – The Essential Masters e vediamo se lui ci ristampa… New York Tendaberry?
Beppe
Colli
© Beppe Colli 2010
CloudsandClocks.net
| Sept. 18, 2010