Mike
Keneally Band
Bakin’ @ The Potato! (DVD-V + CD)
(Exowax)
Sappiamo
bene che non sarebbe giusto definire il pubblico che il 15 settembre dello
scorso anno attendeva impaziente che la Mike Keneally Band salisse sul
piccolo palco del celeberrimo club losangelino denominato The Baked Potato "meno
impaziente" rispetto a chi scrive. E’ però altrettanto vero che in
quell’occasione l’intervallo tra l’esibizione della Bryan Beller Band e
quello della formazione (identica! – ma ovviamente non nel nome e nel repertorio)
che l’avrebbe seguita sarà stato di non più di una ventina di minuti, e
non certo di due mesi! Che è esattamente il tempo trascorso tra il nostro
ascolto di Wednesday Night Live e quello di Bakin’ @ The Potato!.
Si è già
detto delle condizioni economiche che hanno indotto i cinque musicisti
(Mike Keneally: chitarra, tastiere e voce; Bryan Beller: basso e voce;
Rick Musallam: chitarra e voce; Griff Peters: chitarra; Joe Travers: batteria
e voce) a propendere realisticamente per un piccolo tour in cui due formazioni
"uguali ma diverse" ("They are both the same band", come
da slogan) si sarebbero avvicendate sul palco. E se in sede di recensione
abbiamo già detto un gran bene del CD intitolato Wednesday Night Live, possiamo
qui aggiornare velocemente la vicenda con un parere altrettanto favorevole
a proposito del DVD-V dallo stesso nome del gruppo belleriano, che offre
anche delle belle interviste in video ai cinque musicisti.
Già in
partenza Bakin’ @ The Potato! offre invece in un’unica confezione la documentazione
completa: un CD di ottanta minuti e un DVD-V di un’ora e tre quarti con
sonoro in stereo, DTS 5.1 Surround e Dolby 5.1 Surround. Ci sono anche
i commenti dei musicisti, qui solo quale "commento sonoro" che
corre in parallelo all’esibizione.
Per questo
concerto losangelino Keneally ha attinto a pressoché tutte le fasi della
sua ormai lunga carriera, con una spiccata predilezione per un album lontano
nel tempo quale Boil That Dust Speck (ben otto brani: Them Dolphins Is
Smart; 1988 Was A Million Years Ago; Yep, Them Dolphins Is Smart, Alright;
Bullys (sic); My Dilemma; Blameless (The Floating Face); Scotch; Natty
Trousers) e per il recente Scambot 1 (cinque brani: Hallmark, Chee, Tomorrow,
Cold Hands, Life’s Too Small). Completano la registrazione estratti da
The Mistakes (Career Politicians), Sluggo! (Potato, Chatfield Manor), Nonkertompf
(Click) e Dancing (Pretty Enough For Girls, Taster, Kedgeree).
Un’impressione
veloce sui due supporti, ambedue tecnicamente eccellenti e dal suono nitido
e coinvolgente (almeno nel formato stereo, l’unico di cui abbiamo fatto
esperienza). Il video è senz’altro più "entertainer"; i frequenti
primi piani su dita e procedure tecniche, mentre non lo rendono noioso
per lo spettatore
"simplex", saranno senz’altro in grado di offrire più di una dritta
a chi si appassiona a queste cose. Il CD è più breve, e privo di quei momenti
parlati di transizione che a nostro avviso rendono più viva la percezione
di chi ascolta; un paio di scelte ci hanno trovato di diverso parere, ma
non abbiamo difficoltà ad ammettere che la scaletta prescelta scorre senz’altro
meglio di quella da noi auspicata.
Bello notare
che – a dispetto dell’enorme varietà, anche temporale, del repertorio –
tutta la musica che ascoltiamo sembra provenire da un’unica matrice, e
senza fastidiose cesure dovute a carente maturità. In buona forma vocale,
Keneally ha fatto tesoro delle prodigiose capacità esecutive e della grande
versatilità dei suoi musicisti. Beller è il solito ottimo bassista che
suona roba difficile senza darlo a vedere, e lo stesso può essere detto
del batterista Joe Travers, fantasioso e pluristilistico. Musallam è cresciuto
ancora, e sorprende spesso con dei begli assolo. Griff Peters è impiegato
soprattutto a parti d’appoggio, sia all’elettrica che all’acustica, ma
non manca un suo assolo di grande finezza. Alle chitarre e alla tastiera,
Keneally è Keneally.
Anticipando
le conclusioni, diremmo questo lavoro indispensabile per coloro i quali
non disdegnano prendere confidenza con uno dei modi a nostro avviso più
interessanti in cui la parola "rock" può oggi essere ancora coniugata
al presente. Con l’augurio che in un giorno non troppo lontano sia data
l’opportunità di vedere questa musica su un vero palco a pochi metri
di distanza.
Kedgeree
ha il solito sapore (e la grinta!) così simile agli Who del periodo d’oro,
tastiera, eccellenti parti di basso, una bellissima progressione dell’assolo
di Mike Keneally su un tappeto arpeggiato dei due chitarristi.
Blameless
(The Floating Face) è una ballad con "Rhodes", Griff Peters all’acustica.
Life’s
Too Small ha un inizio scanzonato, poi l’arpeggio di Keneally e quegli
armonici, un ottimo assolo di Rick Musallam, poi un solo di Keneally, quella
parte vocale tanto "Gentle Giant" presente nella versione di
studio, poi la parte
"ossessiva" con tre chitarre elettriche e la voce grintosa.
Click è
una bella ballad melodica, ottimo sviluppo chitarristico di Keneally, bella
transizione finale di pianoforte, basso elettrico e due chitarre armonizzate.
Hallmark
è una ballad piuttosto beatlesiana con ottima performance vocale di Keneally,
c’è una coda strumentale che accelera, e il "pianoforte".
My Dilemma,
al solito, è "funky", sciolta e briosa, con assolo di Keneally
e Musallam e un assolo di basso di Beller con buffo wha-wha.
Originariamente
incisa con alcuni membri della Metropole Orkest, Chee è qui riarrangiata
per gruppo rock, con un’efficace parte solista melodica di Musallam e un
bell’assolo di Keneally, mentre Griff Peters suona una parte a note singole
dove la chitarra sembra quasi collegata a un guitar synth.
Segue un
complesso e tirato "medley". Them Dolphins Is Smart ha quell’inconfondibile
tema melodico "swing", 1988 Was A Million Years Ago ha il solito
svolgimento intricato e poi quell’inconfondibile tema dal sapore "zappiano",
Yep, Them Dolphins Is Smart, Alright torna al tema e all’assolo di organo "swing",
poi una transizione batteristica di Joe Travers e Bullys (sic) vede l’assolo
tiratissimo di Keneally, una vetta come sempre.
Pretty
Enough For Girls vede Griff Peters alla melodia introduttiva, Keneally
al piano, uscita solista di Musallam, poi è la volta di Keneally.
La strumentale
Taster sfrutta intelligentemente le differenze timbriche delle tre chitarre,
con qualche ricordo di Zoot Allures.
Cold Hands
è la ballad con sapore c&w che ben conosciamo, Keneally è all’acustica,
Musallam al bottleneck.
Tomorrow
e Scotch sono canzoni grintose con più di un pizzico di funky-metal (soprattutto
la prima) e rock distorto.
Natty Trousers
è una ballad "non serena" con bella performance vocale di Keneally
e uscita solista di Musallam, mentre Peters sembra impegnato a un… modulo
synth? un echoplex modificato?
Briosa,
maestosa, Chatfield Manor vede Keneally alla 12 corde elettrica con un
effetto di phasing, le tre chitarre armonizzate, due con il bottleneck.
Qui Keneally cede l’assolo a Peters, prima con il bottleneck, poi senza,
ed è un’esplosiva progressione con le altre due chitarre a sostegno.
Career Politicians è il teso pezzo dei Mistakes, con stupefacente unisono chitarra-piano
di Keneally e poi un suo fantastico assolo da pick-up liquefatti.
Potato
è (ovviamente…) la canzone perfetta per chiudere un concerto in questo
locale, con un sing-along che ricorda i Kinks (!) e una coinvolgente coda:
prima una giga con tapping, poi un assolo su un tempo di "boogie".
Beppe
Colli
© Beppe Colli 2011
CloudsandClocks.net
| June 20, 2011