Mike Keneally
Wine And Pickles
(Exowax)
E’ stato
poco tempo fa, mentre cercavamo di operare una stima ipotetica del lasso
di tempo che ancora ci separa dalla pubblicazione di quel misterioso lavoro
che va sotto il nome di Scambot, che ci siamo accorti che nel corso degli
ultimi anni Mike Keneally non ha pubblicato molto (almeno se teniamo conto
dei suoi standard passati). E qui potremmo aggiungere "nonostante
abbia lavorato tanto", non fosse che l’espressione più appropriata
in questo caso è senz’altro "dato che ha lavorato tanto". Un
paradosso solo apparente.
Da sempre
musicista aperto a nuove esperienze, negli ultimi cinque anni Keneally
si è impegnato in molte direzioni diverse in una funambolica miscela di
fun & money – entità ambedue decisamente indispensabili! Registrato
dal quartetto che va sotto il nome di Mike Keneally
Band, Dog (2004) era sembrato sistematizzare la materia "rock chitarristico".
Fresco e maggiormente in grado di sorprendere, The Universe Will Provide
(2004) era il bell’album registrato con la Metropole Orkest. Mentre "superfluo" non
sarebbe certo la parola più appropriata per caratterizzare l’ottimo (e
divertente) CD/DVD-V che va sotto il nome di Guitar Therapy Live (2006).
Ma due esperienze hanno caratterizzato la vita professionale di
Keneally negli ultimi due anni. Innanzitutto il fatto di essere stato nominato,
alla fine del 2006, National Music Director della Paul Green School of
Rock Music. E poi – ed è un’esperienza che si è appena conclusa – l’essere
chiamato a far parte quale chitarrista, accanto al fidato bassista Bryan
Beller, del quartetto che sonorizza live e in sincrono il gruppo metal
virtuale/animato che va sotto il nome di Dethklok.
Gli ultimi due anni hanno quindi visto Keneally intento soprattutto
a sistematizzare il discograficamente già fatto. Si è iniziato con la ripubblicazione
dei pioneristici hat. e Boil That Dust Speck, integrati in audio e video
(e lo stesso avverrà progressivamente con la restante parte del catalogo,
The Mistakes e Sluggo! in testa). Si è poi proseguito rendendo disponibili
in download i due volumi di The Tar Tapes, raccolte di rarità che diremmo
prevalentemente pensate per i fan e i completisti. E poi c’è il CD Wine
And Pickles.
Inizialmente destinato a essere disponibile solo in download, Wine
And Pickles è una bella raccolta di rarità, inediti e curiosità ottimamente
assistiti da ricche note di copertina dello stesso Keneally che crediamo
ben in grado di funzionare quale introduzione alla musica del poliedrico
multistrumentista statunitense. Ottanta minuti, ottimamente assemblato
e con una sequenza di brani logica e perfettamente bilanciata che ci riconsegna
intatta l’esperienza "album" quale opposta allo scarico di singoli
brani.
Interludi di pianoforte, estratti da lavori realizzati per la televisione
e altri "episodi minori" targati Nonkertompf e Wooden Smoke contribuiscono
a rendere il tutto più fluido. Citiamo solo il misterioso 45 giri in vinile
a una facciata del 2002 intitolato AeroDef (qualcuno l’aveva mai ascoltato?),
la versione alternativa di Paloma (dal nome dello strumento a tre corde
di origini indiane che vi si ascolta) e quella Thou Shalt Not Kill per
chitarra acustica già apparsa sul volume miscellaneo curato da Henry Kaiser
intitolato 156 Strings (2002).
Stop For Flashing Red Light, Part One (2004) sono 4′ non poco bizzarri
per chitarra acustica e voci, con effetto finale a suo modo davvero piacevole.
Con i suoi 6′ di durata, la cameristica e multitematica 4S (2004/5), con
orchestra simulata dal solo Keneally "in overdub", ci riporta
all’esperienza della Metropole Orkest. Un piccolo capolavoro, la già edita
(ma chi scrive non l’aveva mai ascoltata prima d’ora) Inhale (1998/2000)
proviene dall’album di Lyle Workman intitolato Tabula Rasa ed è una collaborazione
dall’aria "eroica" che nei suoi 6′ 30" di durata costituisce
una vera e propria "summa Prog"; qui Keneally è alle (numerosissime)
voci, Workman agli (altrettanto numerosi) strumenti.
Trovano qui posto tre brani originariamente pensati per Dog ma non
inseriti per motivi di "scarsa affinità" con il resto dell’album.
Posto in apertura di CD dopo i brevi momenti sospesi di 2CTV, Feelin’ Strangely
è essenzialmente una ballad mid-tempo con chitarre acustiche e un bel basso
in contrappunto alla voce; l’atmosfera dell’assolo di chitarra è non poco
floydiana, con chitarre acustiche e batteria essenziale, anche se la grammatica
del solo è molto diversa. Sui 7′ come il precedente, Li’l è forse il brano
del CD che risulta più datato: tema "funky/fusion", quasi un
Jeff Beck del periodo Blow By Blow/Wired, basso presente, assolo di chitarra,
interludi lenti con piano e synth e ottimo drumming di Nick D’Virgilio.
Never Ever Wrong è una breve ballad acustica che le note di copertina definiscono "un
tentativo di fare qualcosa che suonasse affine a Nashville Skyline di Bob
Dylan con l’aggiunta di un po’ di accordi strani", ma la sezione B
suona proprio come un brano dei Gentle Giant scritto da Kerry Minnear!
L’altro capitolo importante è quello dell’ottetto di Dancing (2000),
formazione che in ragione della sua lussureggiante strumentazione (tastiere,
marimba, trombe e sassofoni, flauti e clarinetti, chitarre e ritmica) per
un momento sperammo diventasse il veicolo privilegiato di Keneally. Ahimé,
proprio lo stesso fatto ne faceva un’entità economicamente poco gestibile!
Compaiono innanzitutto tre brani che per motivi di spazio furono
all’epoca variamente tagliati. Backwards Deb ha innanzitutto una diversa
narrazione, e un lavoro di batteria e piatti molto più fluido e
"naturale" della versione già nota; 6′ di pop-rock dalla
bella orchestrazione. Skull Bubbles è un po’ più lunga, 7′ di "boogie/jazz" con
ottima batteria. La strumentale Selfish Otter è decisamente più lunga della
versione apparsa su Dancing (qui si tratta di 7′), con assolo e interludi
ora splendidamente fluidi; molto varia, con bel synth e sassofono.
Due inediti.
Lonely Man è melodica e mid-tempo, con vibrafono, tromba sordinata, flauto
e clarinetto, 4′ che si ascoltano con piacere. Posta in conclusione, The
Endings Of Things è una ballad acustica di 7′ di durata con pianoforte
e contrabbasso eseguita in quartetto; incredibilmente definito come a metà
strada tra qualcosa di simile a Jeff Buckley e il David Crosby di Triad
(ma la sezione che inizia a 1′ 20" ha non poco del Crosby del periodo),
il brano regge bene lo stesso.
Beppe Colli
© Beppe Colli 2008
CloudsandClocks.net | July 31, 2008