Herb
Heinz
Another
(Is Too)
Versatile
chitarrista, ma anche cantante e pluristrumentista, Herb Heinz è noto
soprattutto per essere stato il braccio destro di Amy X Neuburg nell’agile
formazione che l’ha a lungo coadiuvata su disco e in concerto, i Men. Il bel
lavoro dell’ensemble è agevolmente rintracciabile su album ricchi di
fantasia – e di indubbio spessore – quali Utechma (1995) e Sports! Chips!
Booty! (1999): album complessi che nascondevano/non sfoggiavano la loro complessità.
Chi avuto modo di vedere il gruppo dal vivo – chi scrive riuscì fortunosamente
ad assistere a un concerto trasmesso in webcast – ne ricorda senz’altro la
studiata nonchalance.
Autoproduzione
del 1998, Failure fu il primo lavoro solista di Herb Heinz, che in quell’occasione
dimostrò di possedere le qualità necessarie a reggere pressoché
in solitudine (solo qualche intervento vocale di Amy X e percussivo di Joel
Davel) un lavoro di lunga durata. Un lavoro che è facile dire "di
canzoni" ma che all’atto pratico risultava di ben più ardua definizione,
data la quantità di materiali che facevano capolino e ai quali Heinz
faceva riferimento. Se la logica alla base del lavoro pareva essere tipicamente
"americana", pure non era difficile scorgere in filigrana (su False
Images, per esempio) un certo Hammill (quello "new waver" post ’75),
e una intricatezza tipica di certo progressive (diciamo i Gentle Giant); mentre
non era poi troppo difficile immaginare alcune melodie cantate dalla voce
di Wyatt (ma nemmeno troppo facile, in verità: la voce di Heinz è
totalmente diversa). Diamo per scontato qualche graffio zappiano. Un lavoro
che era sì "facile e orecchiabile" – e mai veramente arduo
– e che però assemblava i materiali secondo una logica non poco sofisticata.
Da cui piani di lettura multipli (ed è meglio tacere della natura dichiaratamente
autoreferenziale del lavoro). Al di là di tanti discorsi, è
forse sufficiente l’ascolto di un brano – diciamo Beautiful Thing o Fame.
In collaborazione
con Mark Briggs, Heinz ha poi realizzato un CD intitolato I Only Want Love,
attribuito alla sigla Hmmm… ®: un lavoro personale e non privo di meriti
ma – almeno per chi scrive – non del tutto convincente. Due anni fa, il CD
miscellaneo denominato This Is… An Is Production Sampler aveva offerto Pot
Of Gold e Attitude: due brani "in progress" di Heinz che incuriosivano
e mettevano voglia di ascoltare un nuovo album per intero.
Another
è un’altra bella sorpresa – o meglio, una conferma del talento di Heinz
– e una risposta alla perenne domanda "non ci sono più begli album
di canzoni?". Se i "begli album di canzoni" siano anche "album
di belle canzoni" è ovviamente giudizio che tocca a ciascuno di
noi esprimere, in dipendenza dal concetto di bello posseduto. Come non è
convenzionalmente bella – ma è intelligente e versatile: la voce di
un musicista – la voce di Heinz.
Il lavoro
conferma molte delle caratteristiche positive di Failure. Ma laddove il predecessore
metteva una voce in primo piano – e privilegiava la chitarra elettrica – Another
punta sugli intrecci fra tastiere e voci dialoganti poste su piani multipli.
Da cui un album che forse ancor più del precedente necessita di numerosi
ascolti (e dei testi che – assenti sul CD – sono fortunatamente rintracciabili
sul sito del musicista) per essere messo perfettamente a fuoco. Shawn King
si affianca a Joel Davel alle percussioni, confermata la voce di Amy X. Difficile
privilegiare un brano (Another è quel tipo di album dove è bello
costruirsi un proprio itinerario), ma tra gli altri ci piace citare il calypso
di Another, le strane misture di Egoboy (mai timbriche così "progressive"
sono state accoppiate a una melodia così "incompatibile")
e la lunga Pot Of Gold, che diremmo buona summa di tutto il lavoro.
Beppe
Colli
©
Beppe Colli 2004
CloudsandClocks.net
| April 14, 2004