Mike
Gordon
Inside
In
(Ropeadope)
Il nome
di Mike Gordon risulterà senz’altro familiare al lettore in virtù
della quasi ventennale militanza nei Phish, la formazione statunitense della
quale Gordon è innanzitutto creativo e versatile bassista e, in secundis,
cantante e autore. Com’è noto, lo scioglimento del gruppo (tramutatosi
strada facendo in una pausa temporanea) ha consentito ai quattro di intraprendere
progetti solisti. Ha piacevolmente sorpreso, lo scorso anno, l’ascolto di
Clone, il CD che Gordon ha condiviso con il chitarrista Leo Kottke, da lungo
tempo tra i suoi musicisti preferiti. Cultore attivo della fotografica e della
cinematografia, Gordon ha anche trovato il tempo di realizzare due film: il
primo, intitolato Rising Low, documentava l’incisione del progetto collettivo
a nome Gov’t Mule che ha avuto quale corrispettivo sonoro The Deep End, CD
in due volumi (Gordon è presente in veste di bassista sul vol. 1);
mentre Outside Out (ora disponibile su DVD) è un film dalle tinte surreali
che ha raccolto numerosi consensi in occasione della sua uscita pubblica.
Inside
In costituisce per certi versi una estrapolazione dalla colonna sonora di
Outside Out, dalla quale si è però distaccato fino ad assumere
la veste di un lavoro totalmente autonomo pur condividendo arie e tematiche
surreali presenti nel film.
Chi ha
una certa familiarità con il Mike Gordon dei Phish ritroverà
qui quelle caratteristiche che lo rendono inconfondibile all’interno del gruppo:
innanzitutto la vocalità esile e dall’atteggiamento colloquiale; ovviamente
quelle parti di basso dall’aria apparentemente casuale ma che si rivelano
a un esame attento frutto di una profonda intelligenza compositiva (a proposito:
in tempi di capacità strumentali decisamente ridotte diremmo che l’esistenza
di un lavoro bassistico come quello di Gordon – profondo e maturo, e mai vuotamente
virtuosistico – dovrebbe essere motivo di gioia); i testi stranissimi e surreali;
le sovrapposizione di elementi incongrui; il notorio amore per il country.
Caratteristiche
che ritroviamo su Inside In, dove Gordon è autore di tutte le musiche
e i testi e dove suona (ovviamente) il basso ma anche le chitarre, più
una serie di strumenti, noti (tastiere, banjo, fisarmonica) e no ("blue
button, vibe tube"?). Per gli elementi country il riferimento ovvio sono
Take Me Out, posta in apertura, e Take Me Out II, quest’ultima con la partecipazione
di Buddy Cage alla pedal steel e Vassar Clements al fiddle (più country
di così!). Tra i numerosi brani strumentali piace dire di Bone Delay,
con bizzarra accoppiata trombone/pedal steel (suonata da Gordon Stone, uno
degli eroi del disco) su una base ritmica di fissità quasi techno;
e della bella jam di Major Minor, senz’altro la più vicina ai Phish.
Canzoni che sfuggono alle facili classificazioni sono The Beltless Buckler,
Soulfood Man, The Teacher, The Lesson. Belle le parti batteristiche di Russ
Lawton, del gruppo di Trey Anastasio, si segnalano le apparizioni di Béla
Fleck al banjo e di Jon Fishman (ovviamente) alla batteria.
Quindici
brani in cinquanta minuti dicono di un respiro che ama la breve durata, per
un CD che è comunque estremamente unitario nonostante le incongruità
stilistiche. Forse un lavoro dal sapore troppo individuale per piacere a molti
– ma non è dell’eccesso di uniformità e prevedibilità
dell’attuale panorama musicale che sovente ci lamentiamo?
Beppe
Colli
©
Beppe Colli 2003
CloudsandClocks.net
| Sept. 7, 2003