Futeristische Historie
Futeristische Historie
(Data)
Capita
di tanto in tanto di trovare nella buca delle lettere un CD non richiesto
e di cui nulla si sa; molto spesso, ahimè, il successivo ascolto
fa desiderare che l’oggetto in questione non fosse mai giunto a destinazione,
ma andato smarrito durante il tragitto. Fa oltremodo piacere poter dire
che questo CD è una brillante eccezione.
Avevamo
lasciato Guus Janssen al pianoforte intento a duettare con Han Bennink,
all’incirca un anno fa, su Groet. Lo ritroviamo qui all’organo a canne,
in un dialogo con il clarinetto basso di David Kweksilber e il violoncello
di Winnyfred Beldman: due musicisti che – ci dispiace ammetterlo – incontriamo
qui per la prima volta.
Benissimo
registrato (è una buona occasione per lodare il lavoro di Dick
Lucas: possiamo dire di non possedere un solo album di cui Lucas ha
curato la parte tecnica che non suoni men che soddisfacente), Futeristische
Historie è quel tipo di album che – pur nient’affatto semplice
nella logica a monte – risulta poi (relativamente) facile da apprezzare
in virtù della nitidezza del pensiero, della cura dell’esecuzione
e della piacevolezza dell’ascolto. Lo diremmo album a suo modo tipico
di un modo di affrontare la musica tutto "olandese", laddove
la classica, il jazz e l’improvvisazione vanno a braccetto.
Nello
specifico, abbiamo un richiamo a Messiaen (fin dal titolo) in Éternité
De Oiseaux, dal bel tema per violoncello; una bella apertura all’unisono
violoncello/clarinetto, e la successiva parte solista per organo dal
sapore quasi bachiano, di Memory Protect, con solo di clarinetto basso;
una personale rilettura della ellingtoniana Solitude (eseguita all’organo
a canne!); lo sciolto tema jazzistico di Into My Heart; l’organo prima
scheletrico, poi lirico di Passage; il tema dal sapore quasi ragtime
di Bad Timing.
Va
da sé che i musicisti si rapportano con bella agilità,
che gli strumenti si scambiano spesso i ruoli, che momenti che in altri
contesti risulterebbero "normali" suonano non poco spiazzanti
in virtù della strumentazione adottata.
Un
album la cui beata incoscienza commerciale va decisamente incoraggiata
nell’unico modo che conta.
Beppe Colli
© Beppe Colli 2006
CloudsandClocks.net | March 24, 2006