Film In Music
Tell Tale

(Drip Audio)

Un gran bell’album dalle numerose qualità: una dimensione melodica che suona fresca e sorprendentemente accessibile a dispetto di una "complessità nascosta" che di tanto in tanto diventa palese; una bella tavolozza timbrica offerta in tutta la sua varietà da una registrazione nitida e dal suono "naturale" che mai affatica l’orecchio e che invita l’ascoltatore a girare verso destra la manopola del volume; una musica "d’insieme" che lascia ampio spazio ai solisti mentre ne integra l’apporto nel quadro complessivo.

La bella sorpresa è che la formazione denominata Film In Music vede quale leader e compositore principale la violoncellista canadese Peggy Lee, da tempo tra i nostri musicisti preferiti.

Avevamo accolto con favore l’ultimo lavoro della Peggy Lee Band del quale avevamo avuto notizia, Invitation (2012), e lo stesso era avvenuto con l’album di canzoni intitolato Beast To Bone (2014) apparso con la sigla The Sands che aveva visto Peggy Lee comporre la totalità delle musiche.

Tell Tale ci consente di aggiornare la storia. Troviamo musicisti da tempo al fianco della leader: il chitarrista Ron Samworth, il bassista (elettrico) André Lachance, il batterista Dylan Van Der Schyff; Jesse Zubot al violino; ci sono poi nomi che ci appaiono nuovi: il trombettista Kevin Elaschuk, il pianista (soprattutto elettrico) Chris Gestrin (ma c’è anche un sintetizzatore non accreditato), il contrabbassista Torsten Muller.

Rispetto all’ottetto apparso su Invitation qui la formazione vede diminuire il numero dei fiati e aumentare quello degli strumenti a corda. Se va notato l’affiancarsi di un basso elettrico e di un contrabbasso, va osservato che avere tre strumenti ad arco – contrabbasso, violoncello, violino – consente di mutare il colore delle melodie già variandone il peso negli unisono. Ricordiamo inoltre che Dylan Van Der Schyff è un batterista che ha sempre messo in evidenza con successo la gamma alta della batteria, con ottimo uso dei piatti.

Se la chitarra di Ron Samworth offre melodia e colore, a volte con un uso oggi davvero poco usuale del pedale wha-wha, la tromba di Kevin Elaschuk – cui sono ascrivibili alcuni begli assolo – consente alla leader di mantenere quel "timbro composto" di tromba e violoncello che da tempo ne contraddistingue le composizioni.

Il piano elettrico di Chris Gestrin – diremmo un Fender Rhodes d’annata, spesso filtrato da qualcosa che ci è parso un modulatore ad anello – funge a tratti da elemento di sostegno con funzione di spinta, oltre a prodursi in pregevoli assolo che definiremmo "fusion" nel senso in cui possono esserlo certe pagine elettriche di Hugh Hopper.

Prodotto da Dylan Van Der Schyff e Peggy Lee, l’album è stato registrato da Eric Mosher – un nome abituale, garanzia di buona qualità – nel Warehouse Studio di Vancouver. Missaggio ed editaggio opera di Dylan Van Der Schyff nel solito Zio Uovo. Stavolta c’è anche una "mixing manipulation", che accanto a un non meglio precisato "rewiring" e al (buon) lavoro di masterizzazione completa il ruolo di Jesse Zubot nel consueto Britannia Beach Bunker.

Quasi un’ora di durata, l’album presenta sette brani composti dalla leader e cinque in solo, duo e trio che immaginiamo improvvisati e che immaginiamo destinati a completare il quadro. Ed è soprattutto su questi brani che ci è parso di cogliere delle "manipolazioni sonore" atte a mutarne la fisionomia.

A questo punto il lettore ha già elementi in numero sufficiente per potersi orientare. Diamo una veloce occhiata ai brani.

A Turn Of Events è una bella apertura: il gruppo si "accorda", poi un arpeggio di piano Fender Rhodes sul canale destro, doppiato da un arpeggio di chitarra sul sinistro, fa da tappeto a una melodia che ci ha ricordato il Wayne Horvitz del periodo President. Bell’impasto di tromba, violoncello e violino. Assolo di tromba "lirico" alla Mark Charig-Kenny Wheeler, e bello sfondo cangiante multitimbrico.

Loyalties apre con aria "rumoristica", basso cadenzato, piatto in evidenza, compare una melodia per tromba, violoncello e violino lirica e dolente. Bel rullante, tromba un po’ alla Lester Bowie, tamburi, conduce a

Gruesome Goo, episodio per solo contrabbasso per una dimensione sonora che, complici gli armonici dell’arco, sembra rivelare un lavoro ex post, specie nel finale.

Egg Hatched è un episodio in trio – Gestrin, Lachance, Samworth – con assolvenza chitarristica, timbrica sintetica campanulare, echi ribattuti, filtro che si apre, ring modulator, per un quadro astratto e suggestivo.

Wild Bill vede l’apertura del pianoforte con lungo episodio in solitudine del piano alonato-effettato che esegue una figura arpeggiata circolare, poi l’esecuzione si trasferisce sul piano elettrico, entra la melodia conduttrice eseguita all’unisono da tromba e violoncello. Bella batteria con le spazzole su rullante e piatto, basso, chitarra e violino.

Epilogue To Part 1 vede l’apertura per rullante, piatto, basso, figura ritmica di piano elettrico. Melodia con unisono tromba-violoncello, poi assolo di chitarra con wha-wha vivace e spigliato. Bei piatti. Ritorna al tema dolce-amaro.

An Eyeball For Dan è un lungo ma non monotono episodio per batteria e percussioni cui non è estranea una dimensione di sonorizzazione ex-post. Apre con quello che ci pare essere un lavoro di arco sui piatti, probabilmente effettati. Bel contrasto tra piatti con phasing, casse profonde e percussioni.

Ensemble si apre con un’aria melodica su un tempo danzante, con violino, violoncello, chitarra, bellissimi piatti, entra la tromba, il tutto un po’ alla Carla Bley ma con strumentazione diversa, ecco un assolo di basso che ci ha ricordato lo stile di Steve Swallow, vestito da tromba e archi.

Dangling W è un assolo di violino cangiante e "asciutto".

A Walk Through Town apre con basso elettrico cadenzato, piatto, entra un tema per archi e tromba, contratto, poi si distende con lirismo. Ritmica in "double time", archi al proscenio. Si ridistende con un che di "hopperiano" con basso elettrico a sostegno della tromba, e piano elettrico. Tema lirico.

Nagging Doubts è un duo di "opposti complementari": piano elettrico puntiforme contrapposto a violoncello con arco a note lunghe.

Finale: God’s Laughter And A Parade apre con arpeggio di piano, piatto ride, basso. C’è un bel tema lirico per tromba e archi. Assolo di piano elettrico con ring modulator sul canale destro e chitarra elettrica con wha wha sul sinistro, ottimi piatti. La ritmica "raddoppia". Nel finale un tema lieve e "filmico" per archi.

Beppe Colli


© Beppe Colli 2017

CloudsandClocks.net | Feb. 7, 2017