Duo van Otterloo van Veenendaal
No Trace
(Brokken Records)
Un
bell’album, e un lavoro che diremmo potenzialmente in grado di offrire una
soluzione a un arduo problema: cosa regalare agli amici o a se stessi in
occasione delle feste di fine anno (d’accordo, forse pecchiamo di troppo
ottimismo, ma con l’avvicinarsi delle feste siamo più inclini a credere ai
miracoli).
Si tratta
di un album di jazz, o almeno così proveremmo a definirlo. Strumentazione? Un
bel duo pianoforte e fiati dall’ottima intesa e dalla encomiabile unità di
intenti. L’album presenta composizioni dai temi facilmente leggibili e
"cantabili", con successivo sviluppo la cui logica diremmo
trasparente.
Albert
van Veenendal è nome decisamente noto ai lettori più affezionati: numerosi gli
album all’attivo in una varietà di situazioni, con il piano preparato ad
aggiungere spezie a un linguaggio musicale policromo (l’album in solo
intitolato Minimal Damage, pubblicato qualche anno fa, può costituire un buon
punto di partenza al riguardo).
Minore la
nostra confidenza con il lavoro di Rutger van Otterloo, sassofonista da noi
apprezzato qualche tempo addietro sul buon album intitolato For A Dog,
pubblicato sotto la sigla Cram, quartetto capitanato dalla brava chitarrista
Corrie van Binsbergen.
L’album è
articolato in dieci brani, tutti composti da van Veenendaal, con durata
complessiva che diremmo ottimale: quella di un album in vinile.
Buona
registrazione opera di van Veenendaal, montaggio e pre-produzione curati da van
Otterloo, missaggio e masterizzazione effettuati da Marc Broer. Un bel suono
complessivo: nitido, dinamico e non stancante.
Ricordando
che il piano è anche preparato, per quanto riguarda i sassofoni va notato che
accanto ai più comuni soprano e baritono troviamo qui quello denominato
"c-melody": di fatto un sax tenore, ma con una timbrica sugli acuti
che a nostro avviso lo rende più simile a un sax alto (per i più curiosi, foto
e caratteristiche sono facilmente reperibili online).
Anche se
le caratteristiche del lavoro verranno pienamente fuori solo con l’ascolto, non
ci pare inutile fare un accenno ai singoli brani.
No Trace
si apre con un arpeggio di pianoforte, tempo lento, poi entrata di sax soprano,
una frase melodica eseguita all’unisono, un bel tema. Un arpeggio di pianoforte
introduce la sezione B, con bello sviluppo – e una sovraincisione di soprano e
tenore? – segue l’assolo di soprano, rientra il pianoforte, torna il tema.
Wrong
Exit apre con una cellula ritmica mossa, poi il sax baritono, un ostinato di
pianoforte, lavoro sulla zona acuta del baritono, poi l’ingresso di una melodia
scritta. Si nota qui, come altrove sull’album, il piano preparato. Si torna
all’ostinato iniziale, poi assolo del baritono, e chiusa "tagliata".
Full
Spoon Moon apre con un arpeggio lento del piano, segue un tema per sax soprano,
diremmo "in a sentimental mood", con il piano a scandire gli accordi.
Poi il brano si "spegne".
Lighthouse
offre un tema iniziale per sax tenore, il piano a scandire gli accordi in
parallelo alla melodia, una bella sezione B di passaggio, poi il tema. C’è una
sezione solista del tenore ad arpeggiare variazioni in rubato, ritorna il piano
in solitudine con echi che diremmo sulla linea stilistica Paul Bley-Marylin
Crispell. Torna il tenore sussurrato, e torniamo al tema. Lo sviluppo finale,
con unisono "bassi" e bel contrappunto, offre una lunga sezione
conclusiva che ci ha rimandato all’Art Ensemble Of Chicago di Fanfare For The
Warriors.
Home For
Brunch è fin dal titolo dichiaratamente ispirata a Eric Dolphy e al suo album
Out To Lunch. Sax soprano, poi il brano accelera, con unisono di sax e piano
preparato. Un brano che nel rendere omaggio a Dolphy, forse anche in virtù
della strumentazione adoperata, rende evidente il legame intercorrente tra
quest’ultimo e Anthony Braxton.
34 Steps
Into Reality apre con cordiera del piano preparato, acuti del sax soprano, un
tempo immoto: è l’introduzione. Il piano scandisce gli accordi, c’è un tema
melodico per soprano, arpeggi nella sezione alta della tastiera su cui si
appoggia il sassofono. Pregevole sviluppo melodico, assolo, torna il tema, si
prolunga la coda con piano preparato.
Ventriloquism
apre con un arpeggio "scuro" del piano, ingresso del baritono per un
tema eseguito all’unisono con il pianoforte. "Borbottii" del baritono
con contrappunto del piano, poi un salto d’ottava. Il finale torna al tema
"dark".
On Patrol
parte con il pianoforte "bossa", si innesta il sax soprano sugli
acuti. Segue un bel tema leggero e aereo scandito da sax e piano all’unisono,
poi sviluppo melodico con i due strumenti a inseguirsi, un assolo di soprano
che porta alla bossa e chiusa.
One Way
Ticket To Tibet apre con il sax baritono che suona un "pedale" sotto
il pianoforte, poi unisono di sax e piano, ritmo cadenzato, tema morbido del
sax, sviluppo melodico con accompagnamento del sassofono. Tema eseguito
all’unisono.
Sad &
Lonely apre con una frase "bluesy" del sax tenore con piano
meditabondo in accompagnamento. Sezione B sussurrata, poi in crescendo, ma
lieve. La fine sugli accordi di piano ci lascia sorpresi, quando ci saremmo
aspettati uno sviluppo ulteriore.
Beppe Colli
© Beppe Colli 2015
CloudsandClocks.net | Dec. 3, 2015