Tom Baker Quartet
Look What I Found
(Present Sounds Recordings)
Troviamo
nella buca delle lettere l’ennesimo oggetto misterioso. Un’occhiata alla
formazione riportata in copertina ci fa temere il peggio: clarinetto, contrabbasso,
batteria e chitarra – e noi non andiamo certo pazzi per la chitarra jazz!
L’ascolto della musica rivela però un panorama del tutto diverso, e un
album che vale senz’altro la pena di ascoltare. I quattro (che a giudicare
dalla foto di copertina diremmo essere mediamente sui trenta-e-qualcosa)
sono tutti buoni strumentisti, ben affiatati, e con delle pronunce gradevoli
seppur non (ancora?) riconoscibili alla prima nota. Questi i nomi: Tom
Baker alla chitarra, anche fretless; Jesse Canterbury al clarinetto e al
clarinetto basso; Greg Campbell alla batteria e alle percussioni; Brian
Cobb al contrabbasso.
Il CD
presenta dieci brani: sei composizioni – quattro del leader, due del contrabbassista
– e quattro improvvisazioni; sulle prime avremmo quasi preferito che queste
ultime non fossero state incluse, dato che ci sono parse diluire il risultato
finale oltre il proficuo: il CD dura infatti un’ora e passa, e la musica
– pur mai veramente "difficile" – è di quelle che richiedono
un minimo d’attenzione, e il telefon(in)o spento; ma poi abbiamo cambiato
idea: luoghi dove i quattro tengono sempre d’occhio il risultato finale,
le improvvisazioni mostrano un lato diverso del quartetto, e rendono perciò
il CD più vario.
Il suono
dell’album è nitido, a tratti quasi austero, il che ben si sposa alle melodie
e ai climi del quartetto. Difficile dire di influenze precise: a occhio,
diremmo che il chitarrista abbia una qualche familiarità con il lavoro
di Fripp e Frith, ma in realtà potrebbe benissimo aver ascoltato alcuni
tra i compositori classici più cari ai due chitarristi; similmente, il
clarinetto ci ha ricordato più gli Univers Zero che il jazz, ma ciò è sicuramente
da attribuire alla pronuncia strumentale del musicista.
Swampled
apre l’album con un tema sghembo, swingante ma irregolare; chitarra ispida,
clarinetto "classico"; qui temiamo l’apparire di un assolo di
chitarra "skronk"; spunta invece un clarinetto solenne, con la
chitarra a disegnare arpeggi e nitide percussioni. Qualcosa di frippiano
sul tema che apre Grace, con il clarinetto a suonare a incastro/contro;
segue un altro tema, con un lontano sapore "progressive"; assolo
di chitarra che chiude in accordi, poi si inserisce il clarinetto, per
una volta
"jazz".
Composta
dal contrabbassista, Family Of Four sa tanto di musica classica, con clarinetto
morbido e la chitarra in sottofondo a ripetere una sola nota quale elemento
spiazzante; poi tema suonato all’unisono da chitarra e clarinetto, e un
interessante svolgimento: esce il contrabbasso in assolo, poi tintinnanti
percussioni. Otto minuti che volano via in un baleno.
Anton
And Louis ha un clarinetto austero sostenuto dalla batteria suonata con
le spazzole, e un bell’assolo melodico/jazzato della chitarra con il contrabbasso
a far da pedale. Free Steps apre con percussioni, e un loop di chitarra
più armonici del contrabbasso per un insieme che ci ha riportato alla mente
le arie hopperiane di 1984; su questo "paesaggio sonoro" si staglia
un clarinetto che ondeggia tra il mesto e il placido, segue una chitarra
in feedback con pedale di volume.
Opera
del contrabbassista, Metamorphosis Happens presenta un unisono davvero
inusuale tra il clarinetto e la chitarra, che diremmo qui adoperi un pedale
del tipo Whammy Pedal. Seguono un secondo tema, e poi un terzo (quasi boogie!);
dopo vari episodi strumentali si fa ritorno al primo tema
Un pregio
evidente dell’album è il continuo "effetto sorpresa" derivante
dall’ascoltarlo (anche più volte). Gli obiettivi saranno meglio precisati
in futuro: a nostro parere, la maggior parte delle composizioni ha ancora
qualcosa di irrisolto.
Beppe Colli
© Beppe Colli 2007
CloudsandClocks.net | Mar. 4, 2007