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Frank
Zappa
Baby
Snakes
(DVD-V)
(Eagle
Vision)
Eccezion
fatta per la cerchia dei fan più sfegatati (non pochi, comunque,
e discretamente rumorosi), la posizione di Frank Zappa nell’attuale
panorama dei media non è certo tra le più comode. Se da
un lato la sua passata popolarità – o per meglio dire visibilità,
in virtù del suo essere stato figura "bizzarra", quindi
"pubblica" – gli impedisce di esser preso in considerazione
da quella piccola stampa che solitamente osserva con fare schizzinoso
chi è già stato oggetto di considerazione, è proprio
quel suo incarnare valori "seri", seppur interpretati con
buffa messa in scena, a rendere la sua figura assolutamente inattuale
in uno scenario dove il successo come frutto di azzardo si sostituisce
al gradimento quale risultato di un impegno serio e duraturo (un lungo
discorso sinteticamente noto ai fan zappiani come "la dottrina dell”honest blow job’"). Da cui
tutto un pubblico (che diremmo ormai "under forty") che probabilmente
non ha mai neppure sentito nominare il Maestro. E sarebbe oltremodo
paradossale – ma certamente benvenuto – se un tipico "strumento
del demonio" quale il video dovesse contribuire ad aumentare l’apprezzamento
di una costruzione auditiva che è giocoforza annoverare tra le
più complesse e stratificate – il che non vuol necessariamente
dire ostiche – di tutto il rock.
Girato
nel 1977 durante la festa di Halloween (il pubblico non è sartorialmente
tra i più sobri), fugacemente visto nelle sale statunitensi,
poi messo in vendita in VHS, Baby Snakes perviene adesso al formato
DVD-V, con bella resa video e pulitissima (e versatile) prestazione
audio, e con le sue due ore e tre quarti di durata è in grado
di offrire uno spaccato pressoché esaustivo di un periodo zappiano
e di fornire alcune preziose chiavi di lettura di valore "universale"
– si vedano la tenuta del palco, le direzioni e orchestrazioni "in
the moment", la cura certosina del particolare (ben rappresentata
da una prova delle suddivisioni vocali della canzone che dà il
titolo all’album), la nota maestria chitarristica, le personali cifre
stilistiche degli strumentisti della formazione, su tutti la batteria
di Terry Bozzio, le tastiere di Tommy Mars e le parti vocali e la presenza
scenica di un non ancora famoso Adrian Belew. Sono gli stessi musicisti
di Sheik Yerbouty (e anche il repertorio proviene in buona parte da
quell’album, con significative eccezioni quali Disco Boy, The Black
Page #2, Punky’s Whips, Camarillo Brillo, Muffin Man e San Ber’dino),
cui si aggiunge la vecchia Mother Roy Estrada, al quale vengono affidati
alcuni siparietti di natura… zappiana. Se sono ovviamente immancabili
i momenti di "audience participation", l’elemento più
stimolante dal punto di vista visivo è certamente quello delle
animazioni in creta di Bruce Bickford, cui il film riserva uno spazio
generoso ma sicuramente non esagerato; parimenti imperdibili i dialoghi
– dal sapore oscillante fra il lisergico e il surreale – tra Zappa e
lo stesso Bickford.
Beppe
Colli
©
Beppe Colli 2004
CloudsandClocks.net
| Feb. 24, 2004