Intervista a
Peggy Lee (2009)
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di
Beppe Colli
Feb.
16, 2009
Come già estesamente argomentato in sede
di recensione, la recente pubblicazione del bell’album intitolato New Code
è stata per chi scrive la perfetta occasione per riascoltare il violoncello,
le composizioni e gli arrangiamenti di Peggy Lee, la musicista che fa base
a Vancouver che ci piacerebbe tanto sapere in giro per il mondo insieme
al suo pimpante ottetto.
E dato che in una precedente occasione
avevamo avuto modo di conoscere l’essenziale della vita artistica di Peggy
Lee fino a quattro anni or sono, abbiamo deciso di chiederle di aggiornare
la storia.
Peggy Lee ha gentilmente accettato, e la
conversazione si è svolta – via e-mail – la scorsa settimana.
E’ passato un bel po’ di tempo
dall’ultima volta che abbiamo fatto una chiacchierata… mi sono accorto
che sono passati quattro anni! Come puoi immaginare, sono molto curioso
di sapere cosa è successo in tutto questo tempo, magari partendo dall’unica
cosa che so per certa, e cioè il tuo far parte del quartetto di Wayne
Horvitz chiamato Gravitas Quartet. Parlamene.
E’ un gruppo davvero speciale in
tutti i suoi aspetti: la strumentazione, i musicisti e le composizioni
di Wayne. La combinazione di tromba, fagotto, violoncello e pianoforte
è davvero poco comune in tutti i tipi di musica e farne la giusta miscela
potrebbe essere difficile ma Wayne ha messo insieme un bel gruppo (che
comprende anche Ron Miles alla cornetta e Sara Schoenbeck al fagotto) e
quasi sempre siamo in grado di suonare in modo completamente acustico,
che è una cosa che amo. Le sue composizioni tengono sempre in considerazione
i punti di forza dei musicisti senza confinarli in un unico ruolo, e io
sono costantemente sfidata e ispirata da questa musica e da questi musicisti.
Altre formazioni di cui sei stata
o sei parte e di cui magari non so niente?
Beh, se parliamo di musica improvvisata
ho fatto dei bei tour con un trio guidato da Larry Ochs che comprendeva
anche Miya Masaoka, e c’è un album appena pubblicato su Rogueart chiamato
Spiller Alley. Alex Cline ha pubblicato un album chiamato Continuation
con un nuovo gruppo di cui faccio parte per l’etichetta Cryptogramophone.
Ho pubblicato anche un album in trio con Tony Wilson e Jon Bentley su Drip
Audio. E poi ci sono i gruppi di cui faccio stabilmente parte a Vancouver
e il compito di allevare i miei figli!
Il tuo nuovo CD, New Code, si
apre e si chiude con rifacimenti di composizioni di Bob Dylan e Kurt
Weill… una coppia davvero poco usuale! Vuoi parlarmi del modo in cui
questi artisti sono stati/sono importanti per te, e anche del processo
che ti ha portato ad arrangiaare e a eseguire proprio questi pezzi?
Beh, Bob Dylan è stato una delle
mie prime influenze, molto prima che mi venisse in mente di creare musica
mia, e ho sempre amato quel pezzo, così farlo mi è sembrato appropriato.
Parlando dell’arrangiamento, volevo mettere in primo piano il suono dell’ottetto,
così pieno e gioioso, e vedere dove i solisti avrebbero portato quel brano.
Apriamo spesso con questo pezzo, ed è una bellissima sensazione.
Kurt Weill è un’influenza più recente.
Ho avuto l’opportunità di lavorare sulla sua musica in diverse occasioni
con un gruppo chiamato Talking Pictures, e Lost In The Stars è una melodia
così bella! All’inizio non sapevo davvero cosa farne, oltre ad arrangiarla
per il gruppo, ma poi ho deciso di affidare un ruolo di primo piano a Brad
mentre il gruppo ripete ciclicamente quelle otto misure a partire dalla
fine della melodia, e amo davvero quello che lui suona. Per me è un momento
davvero speciale.
Il tuo sestetto ora è un ottetto.
Parlami di questo.
Beh, ho lavorato in un trio con
Tony e Jon e ho deciso di fare un concerto speciale in cui ho combinato
i due gruppi, e una volta che ho sentito il suono che veniva fuori mi sono
accorta che non sarei riuscita a tornare indietro!
Immagino che avere una formazione
di sei, o otto, musicisti che suonano questa musica non sia una cosa
tanto facile, né a Vancouver né in qualsiasi altro posto. Qual è la realtà
economica con la quale ti trovi oggi a fare i conti?
La realtà è che non suoniamo quasi
mai dal vivo.
Ho notato che nella tua recensione
dici che questo non è ancora l’album che ho dentro di me… beh, può essere
così, ma credo anche che questo gruppo abbia solo cominciato ad attingere
a una minima parte del suo potenziale. Credo che se potessimo suonare un
certo numero di concerti di fila ci troveremmo a fare delle cose davvero
splendide.
Ritengo che gli arrangiamenti
del tuo nuovo album siano un po’ più complessi ed elaborati di quelli
dei tuoi precedenti CD, e anche il tuo violoncello viene fuori davvero
forte e chiaro… E’ tutto merito di una registrazione migliore, o stavolta
gli arrangiamenti sono davvero più ricchi?
Hmmmm. Davvero non lo so.
Ero abituato a vedere i tuoi
album sull’etichetta Spool, temo di non aver mai sentito nominare la
Drip Audio…
La Drip è diretta da un violinista
dai molti talenti ed estremamente ricercato, Jesse Zubot. E’ un musicista
davvero brillante, e non so proprio come ci riesca, ma l’etichetta è davvero
fiorente.
Mi pare che stavolta tu abbia
messo le improvvisazioni come pezzi separati, con gli altri pezzi più
in una dimensione composta… E’ così? E se sì, qual è il motivo di ciò?
Beh, c’è ancora molta improvvisazione
all’interno dei pezzi ma credo che ci sia meno suonare completamente aperto
all’interno di una data composizione. Ma non c’è davvero un motivo preciso.
Questi sono i tempi migliori,
o i tempi peggiori, per la musica che va oltre le solite cose?
Suppongo che le cose siano più lente
per quelli che erano abituati a essere sempre in giro a fare concerti,
ma non è una cosa che ho mai voluto fare, quindi sono contenta delle cose
che sto facendo e credo che il pubblico per questa musica ci sarà sempre,
a prescindere dal clima economico o politico.
L’ultima volta che abbiamo parlato
ti ho chiesto come vedi la Rete (nei suoi vari aspetti) per quanto riguarda
i mutevoli modelli di consumo da parte del pubblico. Sono curioso di
conoscere la tua posizione attuale in proposito.
Non sono sicura di cosa voglia dire
questa domanda…
C’è qualcosa che vorresti aggiungere?
Grazie per il tuo interesse e il
tuo sostegno!
E ora tenterò di accludere una foto…
© Beppe Colli 2009
CloudsandClocks.net | Feb. 16,
2009