Intervista
a
Mats/Morgan
(1999)
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di Beppe
Colli
Nov.
24, 2005
Visti per
la prima volta in illustre compagnia – alcune foto dello spettacolo
in omaggio a un Frank Zappa ancora in vita intitolato Zappa’s Universe
– i due giovani musicisti svedesi che rispondono ai nomi di
Morgan Ågren (batterista nonché tastierista) e Mats Öberg
(tastierista, armonicista e cantante) hanno prodotto nella seconda metà
degli anni novanta una serie di album di musica tecnicamente ben impostata,
piacevole e per certi versi non poco originale. Detto dell’ovvia influenza
zappiana, facevano variamente capolino i Beatles, i Beach Boys, il jazz,
la fusion e la classica, arie nordiche, gli Univers Zero, qualcosa di
Mike Keneally, il rock spinto e quant’altro. Se Radio Da Da (1998),
largamente strumentale, e il collagistico The Teenage Tapes (1998) mostravano
tutte le tappe del lungo rapporto del duo e Trends And Other Diseases
(1996) aveva molte frecce al suo arco, il doppio CD intitolato The Music
Or The Money… (1997) era la vetta, e rimane a tutt’oggi la migliore
introduzione.
Non sapendo
assolutamente nulla di loro decidemmo di intervistarli, e grazie al
loro manager Per Wikström l’intervista che segue fu realizzata
via e-mail all’indomani del concerto che il gruppo aveva tenuto a Stoccolma
in occasione del 1° maggio. L’intervista è già apparsa
in lingua italiana sul #13 – giugno 1999 – della rivista Blow Up. Le
domande, che in quell’occasione erano state rese più brevi da
chi scrive per motivi di sintesi, vengono qui ripristinate nella loro
lunghezza originaria.
Dato
che suppongo che la maggior parte dei lettori italiani veda i vostri
nomi per la prima volta (l’eccezione principale dovrebbe essere data
da coloro i quali hanno familiarità con il CD Zappa’s Universe)
comincerei con il chiedervi di parlarmi di voi – come avete iniziato
a interessarvi alla musica e a suonare – e della vostra collaborazione,
che mi pare abbia avuto inizio molto tempo fa…
Morgan: Io e Mats ci siamo incontrati nel 1981!
Ricevetti una telefonata da un tipo che mi disse: "Te la sentiresti
di suonare con un tastierista/cantante cieco di dieci anni – si chiama
Mats – che non ha un batterista?". Certo! Misi la batteria nella
macchina di papà e andai nel posto dove avremmo dovuto suonare.
E lì c’era questo Mats, che aveva dieci anni ma ne dimostrava
cinque! (Io ne avevo quattordici.) Dato che ci incontravamo AL concerto
è ovvio che avremmo potuto suonare solo cover – e avevamo appena
venti minuti per decidere cosa suonare… Mats mi chiese: "Conosci
Frank Zappa?" Risposi che, senza prove, potevo fare Bobby Brown
– e così avevamo una canzone, ma ce ne volevano almeno altre
due. Mats mi domandò se conoscevo Stevie Wonder: "Beh, penso
di poter fare Master Blaster", e Mats disse che andava bene. Mi
sembrava che QUALUNQUE canzone di Zappa o di Wonder nominassi questo
bambino di dieci anni fosse in grado di farla. Ne mancava ancora una,
e Mats mi chiese se conoscessi qualcosa dei Beatles: "Certo, va
bene Help?" Eravamo pronti. Cominciammo a suonare e rimasi stupito
nel vedere questo ragazzino che faceva Zappa, Stevie e i Beatles veramente
bene, perfino CON i testi alla perfezione. WOW! Dopo il concerto mio
padre sembrava avere pianto, anche lui era stupito. E così diventammo
mega-partner. Non era facile trovare gente della tua età interessata
a suonare (o anche solo ad ascoltare!) cose come Zappa; quanti ce n’è
di dieci anni che ascoltano quel tipo di musica, per non parlare della
capacità di suonare roba come quella?
I vostri
album sono lavori di notevole spessore per composizione ed esecuzione,
e oltremodo vari; una caratteristica oggi non molto comune, credo; voglio
dire, alla fine degli anni sessanta/l’inizio dei settanta quello che
uno notava era semmai la mancanza di varietà, ma oggigiorno i
gruppi di solito hanno uno stile "rigido" e si attengono a
quello; ed è mia impressione che non pochi tra gli ascoltatori
più giovani oggi rimangano spiazzati quando il brano successivo
non somiglia al precedente. (Direi che l’unico nome "nuovo"
dall’approccio simile al vostro è quello di Mike Keneally.) Ha
senso?
Morgan: E’ vero, ma non credo che la varietà
sia necessariamente un bene. Dipende da com’è fatto – e da chi
lo suona. Sarei felice di trovare un CD… diciamo di John Cage che
fa la sua versione di musica da big band. Ma se un gruppo come gli AC/DC,
per esempio, cambiasse il suo suono classico per diventare "death
metal" dopo tutti gli anni in cui hanno fatto quel che hanno fatto…
beh, sarebbe orribile, non trovi? Io e Mats abbiamo stili diversi di
composizione, e quando li mischi in un disco sembrano molto vari. Ma
in realtà questo è il nostro sound. Non ci proponiamo
di aderire a uno stile o a un sound particolare, abbiamo un approccio
molto spontaneo.
Due
"stili" che mi sembrano ben rappresentati nella vostra produzione
sono… uno è qualcosa che chiamerei un approccio melodico "inglese"
alle canzoni, cantate con voci "inglesi" (i Beatles invece
degli Stones – o gruppi come Caravan/Hatfield & The North…) –
penso a canzoni come Coco e Spinning Around…
Morgan: Personalmente non sono mai stato un fan
dei Beatles, ma a Mats piacciono molto – e lui ha scritto Coco e Spinning
Around. Caravan? Non li conosco. Direi che Bill Bruford, UK, King Crimson
sono nomi inglesi per me importanti.
…
e l’altro è appunto il "progressive"; sono cosciente
del fatto che questa è una parola pericolosa, dato che nel periodo
post-punk è stata associata solo a gruppi come EL&P e ai
loro peggiori eccessi, ma penso che gruppi come King Crimson e National
Health (per citarne solo due) avevano un senso "esplorativo"
nelle composizioni e nella tecnica esecutiva che oggi è molto
sottovalutato. Voglio dire che chiamerei un album come Radio Da Da –
o la melodia di Griefen o Har Kommer Bodd – "progressive",
ma solo in privato, così da non dare una "impressione sbagliata".
So che avete fatto da headliner allo Scandinavian Progressive Rock Festival
dello scorso anno (tra parentesi: chi c’era alla batteria con i Present,
Daniel Denis e David Kerman?). Come vedete questa faccenda?
Morgan: I Present hanno suonato senza batterista
(!): non una bella cosa… In generale ci terrei molto a non essere
associato ai gruppi che hanno suonato a questo cosiddetto prog-fest.
Non saprei quale musica chiamare progressive, oggi, ma se parliamo di
gente come Arena o Dream Theatre… la odio… è musica orribile,
fatta di nulla… mi spiace. Ma è un argomento difficile. A volte
le etichette uccidono la musica.
Parliamo
di Svezia. Naturalmente gruppi come Abba, Ace Of Base e Cardigans sono
molto conosciuti. Il primo gruppo "di lassù" che ho
conosciuto è stato quello dei Trasavallan Presidentii (non ricordo
esattamente come si scrive, e in verità credo fossero finlandesi).
C’è qualcosa in quello che fate che considerate "svedese"?
O questo modo di considerare la musica ha per voi poco senso? Per esempio,
il primo tema di Baader Puff è qualcosa che voi chiamereste "svedese"?
Mats: No, direi che quello che facciamo è
"nostro". Non c’è nulla di particolarmente "svedese"
nella nostra musica. In effetti, il tema di Baader Puff è in
un certo qual modo ispirato al senso melodico della cosiddetta "musica
folk svedese".
Ancora
Svezia: conoscete la musica di nomi quali J. Lachen, Ur Kaos, Samla
Mammas Manna o Lars Holmer, che sono un po’ noti qui in Italia?
Morgan: Solo Samla. Devo dire che sono stato ispirato
da gruppi svedesi quando ero ragazzo, come i Wasa Express – e qualcosa
di Lars Hollmer… Ho appena finito di comporre un brano chiamato Une
Hollmer Waltz, dedicato a lui!
Avete
suonato su un album di musiche di Captain Beefheart (i miei complimenti
a Morgan per la batteria e a Mats per l’assolo di "marimba"
su Tropical Hot Dog Night). Ne volete parlare?
Morgan: Ho ricevuto una telefonata da Erik Palm
che mi chiedeva di metter su un gruppo che suonasse pezzi di Beefheart
per una mostra dei suoi quadri. Avevo suonato con il mio cantante preferito,
Freddie Wadling, per molti anni nel gruppo Fleshquartet. E’ un grande
fan di Beefheart, e il suo modo di cantare è molto simile. E’
stata una scelta naturale, così come mio fratello Jimmy, che
è un chitarrista formidabile, e anche lui un un grosso fan. Danny
Walley lo incontrammo nel ’91, durante gli show di Zappa’s Universe
– è stato anche chitarrista della Magic Band. E’ un tipo a posto,
e un ottimo chitarrista – uno dei miei eroi. Il gruppo provò
per cinque giorni e suonò solo tre concerti. Siamo rimasti soddisfatti
delle registrazioni, considerato il poco tempo avuto per provare. Alcuni
mesi fa sono entrato in contatto con Zoot Horn Rollo: gli ho parlato
del disco e gliene ho mandato una copia. Di lì a poco ho ricevuto
un suo messaggio: "Le cover sono incredibilmente fedeli e molto
ben suonate". Mi ha fatto molto piacere.
Una
domanda per ambedue: come vedete il suonare "manuale" rispetto
alle "sequenze"? Se non mi sbaglio, ci sono delle drum machine
in alcuni brani di Morgan su The Music Or The Money – ma non risultano
"rigide". Mats, tu fai a volte degli assolo di tastiere discretamente
lunghi – cosa oggi non molto comune (che synth hai usato su Hjortron
Från Mars – che vuol dire? – e Baader Puff/Simon?)…
Mats: Per me suonare è naturale. Non
ho mai lavorato con un sequencer in modo approfondito, ma Morgan compone
soprattutto usando un EMAX (un campionatore/sequencer). A volte finiamo
per usare le parti programmate perché danno un suono speciale
al pezzo. Morgan campiona e programma tutto da solo. Se parliamo di
assolo l’improvvisazione è sempre stata una parte importante
del mio fare musica. Uso molti synth; nel brano che citavi (il titolo
vuol dire Bacche Selvatiche Marziane) uso un Roland JD 800, che per
me è facile adoperare. E anche il Korg Trinity è uno strumento
che uso molto.
Vorrei
chiedervi di Zappa. Per molti anni avete suonato negli Zappsteetoot,
un gruppo che suonava solo musiche zappiane… Vorreste parlarne – e
anche della vostra esperienza nel fare Zappa’s Universe? E della vostra
opinione della musica di Zappa – e di lui, dato che avete avuto occasione
di conoscerlo?
Mats: Zappa è stato una parte importante
della mia vita dall’età di otto anni, quando qualcuno mi prestò
una copia di Sheik Yerbouty. In capo a un anno comprai tutti e trentuno
i suoi album pubblicati a quel tempo. Quando incontrai Morgan lo coinvolsi
nella mia passione. Zappsteetoot era una band di otto elementi che esistette
nel periodo 1984-’90 – fece alcuni tour. Il materiale che facevamo erano
versioni molto fedeli di brani dei suoi album o bootleg; una delle cose
che suonavamo era tutta la facciata B dell’album Roxy & Elsewhere.
Quell’esperienza ci consentì di conoscere in profondità
una buona parte del repertorio di Zappa, e quando lo incontrammo per
la prima volta, nell’ottantotto, gli demmo una cassetta con T’Mershi
Duween, allora inedita sui dischi ufficiali; ci invitò a suonarla
al suo concerto. Qualche tempo dopo Frank ci invitò a far parte
di Zappa’s Universe, che si tenne a New York nel ’91, e in seguito anche
al concerto tenutosi alla Avery Fisher Hall, al Lincoln Center. Mike
Keneally, Scott Thunes, Morgan e io provammo al Joe’s Garage, a Los
Angeles, per una settimana. Frank venne a vedere due prove, e tirò
fuori la chitarra per qualche assolo! A New York incontrammo l’orchestra
e gli ospiti (Steve Vai, Dale Bozzio, Dweezil Zappa…). Io e Morgan
sviluppammo un’amicizia molto stretta con Zappa – di tanto in tanto
parlavamo al telefono. Era una persona alla mano, vera; parlavamo di
tutto, non solo di musica. Una volta, quando eravamo andati a Los Angeles
a fargli visita, ho suonato il suo Synclavier – aveva registrato delle
basi su cui voleva che io improvvisassi. Ancor oggi non ho avuto modo
di ascoltare il risultato di quel brano, che mi disse avere il mio nome.
Spero che venga pubblicato su disco in un prossimo futuro.
Progetti
futuri: dopo The Music Or The Money avete pubblicato due album di materiale
antecedente. E adesso? E un’altra cosa: quando suonate dal vivo lo fate
in duo o con un gruppo più ampio?
Morgan: Abbiamo appena finito un tour svedese
con il nostro gruppo di cinque elementi – è quasi lo stesso di
The Music Or The Money. Abbiamo registrato molto materiale per un eventuale
doppio dal vivo. Ci sono pochissimi "Doppi dal vivo" pubblicati
di questi tempi (ride). Per ciò che riguarda gli album di materiale
"vintage", Radio Da Da e The Teenage Tapes, li abbiamo pubblicati
dato che è da molto tempo che suoniamo insieme, e abbiamo tanto
materiale registrato: perché non farlo ascoltare ai nostri fan?
I due dischi contengono materiale che risale agli inizi del nostro rapporto,
ma anche cose nuovissime. Li chiamerei collage musicali, piuttosto che
retrospettive.
Cosa
fate, al di fuori del duo?
Mats: Io suono con il sassofonista Jonas Knuttson
in progetti vari. Anche con lui è un rapporto di lunga data.
Una delle cose che mi hanno dato maggiori soddisfazioni di recente è
il mio lavoro con una big band di giovani che suona le mie composizioni.
La scorsa primavera abbiamo fatto un disco, Valling & Fotogen. Ne
sono molto soddisfatto. Faccio anche session, per lo più in Svezia,
come tastierista e armonicista. Morgan suona dal vivo, in studio, insegna
e fa continue clinics per la Pearl e la Sabian.
Per
finire: quali sono i nomi che al momento ritenete facciano cose pregevoli?
E cosa c’è dentro il vostro lettore CD?
Mats: Compro molti dischi. Ho da poco acquistato
il nuovo degli XTC, Apple Venus, e il classico dei Beach Boys, Smile
(in una versione disponibile su bootleg), e mi piacciono tutti e due.
Negli ultimi anni mi sono piaciuti Hermeto Pascoal, Jeff Buckley, Enteli,
Katzen Kapell… cose molto diverse come vedi. Ho sempre avuto gusti
molto vari. Io e Morgan ci comunichiamo le influenze. A lui piace di
tutto, da Squarepusher agli AC/DC fino ai King Crimson.
©
Beppe Colli 1999 – 2005
CloudsandClocks.net
| Nov. 24, 2005