Intervista a
Hugh Hopper
(2008)
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di Beppe Colli
Feb. 3, 2008
Come già estesamente argomentato in sede di recensione,
la recente pubblicazione degli album Numero D’Vol e Clear Frame mette finalmente
l’appassionato di "Canterbury e dintorni" nella condizione di poter
pienamente gioire di quanto ascoltato senza dover necessariamente attribuire
(in tutto o in parte) il piacere dell’ascolto al terribile fattore
"nostalgia".
Quale migliore occasione, quindi, per rivolgere alcune domande
a colui il quale è, insieme a Charles Hayward, l’elemento in comune tra i
due album?
Le domande sono state inviate via posta elettronica la scorsa
settimana.
Come
prima domanda mi piacerebbe chiederti a proposito di Charles Hayward.
Quand’è che sei venuto a sapere del suo lavoro? Ricordo che sia lui che
Chris Cutler hanno suonato con te nel gruppo di Lindsay Cooper chiamato
Oh Moscow (anche se sull’album pubblicato nel 1991 la batteria è suonata
da Marilyn Mazur).
Sì,
sono molti i batteristi che hanno fatto parte del gruppo Oh Moscow:
Marilyn Mazur, Chris Cutler, Pete Fairclough, Charles Hayward… Charles
ha fatto un paio di concerti con noi a Berlino (sia Est che Ovest) poco
prima che il Muro venisse giù. Quella è stata la prima volta che l’ho incontrato
o che ho suonato con lui. Non sapevo molto dei suoi gruppi – This Heat
e Camberwell Now, sebbene io ritenga che lui e io abbiamo percorso strade
parallele.
In tempi recenti sono stati
pubblicati due album di due diversi quartetti: Numero D’Vol, con una formazione
che comprende te, Simon Picard, Steve Franklin e Charles Hayward; e Clear
Frame, dove tu e Hayward suonate accanto a Lol Coxhil e Orphy Robinson.
Sono davvero curioso di sapere se il quartetto che appare su Numero D’Vol
precede quello che si ascolta su Clear Frame. Puoi chiarirmi questo punto?
Sì, Numero D’Vol è stato registrato al Delta Studio, vicino Canterbury, all’incirca
nel 2002, credo. Quel gruppo non ha mai suonato in quella configurazione
se non in quell’unica session di studio – volevo registrare con Simon Picard,
un sassofonista che è uno dei miei preferiti di sempre, e così ho organizzato
le session, invitando anche Charles e Steve, con i quali non suonavo da molti
anni (rispettivamente, dai tempi di Oh Moscow e di In Cahoots), che rispettavo
allo stesso modo e con i quali volevo suonare di nuovo. Ho tenuto i nastri
ADAT in uno scatolo, non missati, per un bel po’ prima di avere il tempo
o i soldi per fare il lavoro di editaggio, anche quello fatto al Delta.
Clear Frame risale al 2005.
Numero D’Vol e Clear Frame
sembrano alquanto diversi per quel che riguarda il loro suono registrato,
e anche – credo – per l’idea generale che sta dietro i gruppi e le session.
Ti dispiacerebbe parlarmene? (Ah! La copertina del CD di Clear Frame non
dice dove l’album è stato registrato, né da chi.)
Beh, Numero D’Vol è stato registrato
al Delta e Clear Frame al Gateway, Kingston University, a Londra, ma la cornetta
e il tenor horn di Robert Wyatt sul CD Clear Frame sono stati registrati
separatamente a casa di Robert e poi sovraincisi, messi in loop e campionati.
Non direi che "l’idea" delle due session fosse diversa per quanto
riguarda l’aspetto del suonare per come è effettivamente avvenuto – in ambedue
i casi abbiamo improvvisato tutto senza alcuna pianificazione precedente.
Ovviamente in seguito ambedue le session sono state sottoposte a un processo
di editaggio, in modo da avere le sezioni "migliori", e nel caso
di Clear Frame per aggiungere il contributo di Robert.
Da quel che mi dici capisco
che quello che compare su Numero D’Vol è un gruppo che esiste solo "sulla
carta" – cioè a dire, solo su quel CD; mentre credo di non sbagliare
se dico che il quartetto presente su Clear Frame è un’entità reale che
fa concerti. Me ne vuoi parlare? E anche a proposito delle ragioni per
le quali il quartetto di Numero D’Vol non suona dal vivo?
Sì, abbiamo fatto un discreto numero di concerti come Clear
Frame dal 2004 – per la maggior parte a Londra, ma nel 2007 abbiamo fatto
anche tre concerti in Austria e uno in Svizzera. Ma Numero D’Vol è stata
davvero solo un’idea da studio di registrazione. Mettere su gruppi per una
sola occasione mi piace tanto quanto cercare di organizzare gruppi che lavorino
stabilmente… E Steve Franklin vive per la maggior parte del tempo in Svizzera
e in Germania, quindi non è facilmente disponibile. E inoltre, ha una quantità
di tastiere davvero ragguardevole, cosa che rende meno facile fare concerti.
Il rapporto tra te e Lol
Coxill ha avuto inizio molto tempo fa – ricordo che lui ha suonato sul
tuo album 1984 – ma (a meno che in questo momento io non abbia un vuoto
di memoria) mi pare di poter dire che voi due non avete suonato insieme
molto spesso, almeno su disco.
Nel corso degli anni abbiamo fatto un po’ di concerti – con Monster Band
in Francia nel 1974 (ma lui non era al concerto dove è stata registrata
la facciata dal vivo di Monster Band), un concerto con Mark Hewins e Dave
Sheen a Londra nel 1985 (The Mad Axe Quartet)… ce ne sono probabilmente
alcuni altri che ho dimenticato…
Che tipo di tastiere, oltre
al piano, suona Steve Franklin su Numero D’Vol? E queste tastiere sono
state processate al momento della post-produzione?
Steve aveva almeno tre tastiere
e un sacco di effetti, ma devo dire che non c’è nessun piano al Delta Studio!
Quel suono di piano così convincente proviene da una delle sue tastiere.
Non saprei dirti quali siano. Credo che ci sia una grossa master keyboard
midi e una tastiera analogica e un’altra digitale. Arp? Prophet?
Sono certo che bassisti
di tutto il mondo saranno lieti di poter sapere quali strumenti hai usato
su questi album, se hai usato un amplificatore o se sei andato in
diretta e così via.
Sin dal 1995 ho usato quasi
sempre il mio basso Peavey Foundation sia sul palco che in studio. Molto
raramente tiro fuori il mio vecchio basso Fender Jazz, ma il Peavey mi piace
così tanto… E dire che l’ho comprato solo perché volevo un basso economico
come riserva nel caso fosse accaduta qualcosa al Fender. In studio di solito
vado in diretta nel banco e forse ho anche un amplificatore, giusto per dare
un suono più caldo se se ne presenta la necessità.
Ritengo che su Clear Frame
ci siano un bel po’ di momenti scopertamente jazz – ovviamente le cose
che suona Robert Wyatt, ma sto pensando anche a Paperweight, un pezzo che
mi ha ricordato moltissimo Out To Lunch, con quel vibrafono. Quanto è importante
il jazz, in questo momento, come fonte di ispirazione per il quartetto?
Beh, tutti noi siamo stati
influenzati dai grandi musicisti di jazz. Ma anche dai grandi musicisti di
rock. E i grandi compositori classici, e i vari musicisti di musica etnica!
So che hai fatto un bel
po’ di concerti con un trio chiamato Brainville 3, nel quale suoni accanto
a Daevid Allen e Chris Cutler. Come si è formato questo trio?
La prima versione di Brainville
si è formata a New York in occasione del tributo a Robert Wyatt che si è
tenuto alla Knitting Factory nel 1998. La formazione era composta da Daevid,
Pip Pyle, Kramer e me. Ovviamente avevo suonato con Daevid per la prima volta
nel 1963. Kramer aveva in programma di registrare un CD con quella formazione
("The Children’s Crusade"). Successivamente, in Inghilterra, abbiamo
fatto un breve tour in trio senza Kramer. Nel frattempo, l’anno seguente,
Chris Cutler e io abbiamo suonato con Daevid e altri quale parte del tour
Gong Global Family. Nel 2006 abbiamo fatto risorgere Brainville come Brainville3,
la formazione attuale di Daevid, Chris e io. Pip Pyle è morto nel 2006.
Ho sentito dire che i Brainville
3 stanno per pubblicare un album. Data la situazione odierna per quel che
riguarda il mercato, che aspettative nutri per l’album?
Sì, Chris Cutler lo sta per pubblicare sulla sua etichetta,
la ReR. Suppongo che qualcosa venderà, e che continuerà a vendere stabilmente,
ma che non ci renderà milionari!
© Beppe Colli 2008
CloudsandClocks.net | Feb.
3, 2008