Intervista a
Greta Gertler Gold
(The Universal
Thump)
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di Beppe Colli
June 17, 2015
L’unico difetto imputabile a Walking The Cat: The Abbey Road
EP – il mini-album recentemente pubblicato dalla formazione denominata The
Universal Thump – è quello di essere troppo breve, la qualità della musica e
dell’incisione (effettuata proprio nei leggendari studi londinesi resi celebri
dai Beatles) predisponendo l’ascoltatore a una narrazione di durata pressoché
eterna.
Qualità che – come estesamente argomentato in sede di
recensione – ci ha messo di buon umore e ci ha spinto a chiedere un’intervista
a Greta Gertler Gold, la musicista che insieme a Adam D Gold costituisce il
nucleo dell’originale ensemble.
Domande e risposte inviate la settimana scorsa, via e-mail.
Come puoi facilmente immaginare vorrei discutere del vostro
nuovo lavoro, ma naturalmente mi farebbe piacere che innanzitutto mi dicessi
cosa è successo dopo che avete pubblicato l’album precedente, e vorrei che mi
parlassi anche di quelle date che avete fatto negli Stati Uniti e in Europa.
Fammi
pensare un momento… Abbiamo pubblicato l’album ai primi del 2012. Abbiamo
"lanciato" il primo singolo, che è stato anche il primo video, Flora,
con uno show con una "doppia dose" degli Universal Thump (il nostro
gruppo con due batteristi – Adam e Robert Di Pietro – e l’aggiunta di Barney
McAll alle tastiere e Jonathan Maron al basso) nel locale newyorkese chiamato
Joe’s Pub. In seguito abbiamo fatto un tour nel Sud degli Stati Uniti – io non
ci ero mai stata e là nessuno aveva mai sentito parlare di noi, ma siamo stati
accolti con grande calore (e anche pomodori verdi fritti e barbecue che
facevano venire le lacrime agli occhi dalla felicità) a New Orleans, Austin,
Knoxville, Chapel Hill e altri posti. E’ stata una grande avventura!
In
seguito, più avanti nell’anno, abbiamo fatto una serie di spettacoli nel locale
newyorkese chiamato The Living Room, presentando ogni "Capitolo"
dell’album – abbiamo realizzato anche un altro video, per Darkened Sky – utilizzando
una combinazione diversa di musicisti e strumenti, il tutto culminato in un
grande show "whale-of-sound" (gioco di parole con il famoso
"Wall of Sound" di Phil Spector, ndt) con molti della cinquantina
di musicisti e amici che hanno suonato nell’album… Qualcosa che avremmo
potuto fare solo a New York. Dato che per noi questo è stato un album molto
lungo, di grandi dimensioni, abbiamo deciso di promuoverlo e di fare spettacoli
gradualmente, per un anno o due. Abbiamo continuato facendo un tour dell’Australia
nel 2013 (dopo che io e Adam ci siamo sposati lì). Abbiamo fatto una serie di
spettacoli con voci aggiunte a cantare le canzoni – con alcuni dei miei
cantanti preferiti di Sydney – cosa che è stata un grande onore e un grande
divertimento. E poi, una volta tornati a New York, abbiamo fatto un altro show
"whale of sound" a Littlefield, a Brooklyn. Nel 2013 abbiamo scoperto
di aver vinto l’International Music Awards nella categoria Best Music Producers
e una nomination quale Best Concept Album per The Universal Thump. Ci sarebbe
piaciuto fare di più per promuovere l’album, ma il nostro budget era limitato e
non ci permetteva di fare tanti spettacoli quanti avremmo sperato. E così
abbiamo deciso di cercare di combinare la registrazione della nostra uscita
seguente con un tour in Europa.
Ho visto che avete finanziato ancora una volta il nuovo
lavoro tramite una sottoscrizione su Kickstarter. Avevate già deciso di
registrare a Abbey Road o è stata un’idea che vi è venuta in un momento
successivo?
All’inizio
pensavo solo che sarebbe stato molto bello fare un tour dell’Europa, arrivare
al punto in cui le canzoni suonassero coesive e piene di vita e poi registrare
da qualche parte mentre eravamo lì in tour. Un mio vecchio amico australiano mi
ha parlato di un gruppo che aveva prodotto a Abbey Road e mi ha suggerito di
registrare lì. E’ stato grazie al suo incoraggiamento che ho deciso di puntare
a fare un giorno di registrazioni lì, se la nostra campagna su Kickstarter
avesse raggiunto il punto massimo che ci eravamo prefissati. Cosa che –
incredibilmente – è successa!
Qui ti chiedo di soddisfare la mia curiosità. Hai sentito
"qualcosa di magico" nell’aria, al momento di entrare in uno studio
così famoso e di importanza storica?
Sicuramente
ho provato qualcosa di magico e pieno di vita nel registrare lì. Non solo da un
punto di vista sonoro tutto era della migliore qualità e del più alto livello
rispetto a quella che era stata finora la mia esperienza di studio… e i
tecnici sembravano tutti ultrafelici di lavorare lì… ma ho sentito che lo
spirito e il lavoro dei Beatles in qualche modo per me è come rinato, dato che
ero circondata da strumenti, microfoni e altre attrezzature che loro avevano
usato per registrare lì. So bene che tanti altri artisti ci hanno registrato,
ma quello che soprattutto mi è scattato in mente sono stati il mio primo
entrare in contatto con la musica dei Beatles e il mio amore per essa ai tempi
della mia infanzia, quelle reazioni e quegli impulsi della mia infanzia
all’improvviso sono stati riaccesi e hanno riacquistato rilevanza. E’ stato
incredibile vedere Adam assemblare la batteria e ascoltarlo mentre la suonava
nello studio principale, con il suo soffitto incredibilmente alto, ripresa da
quelli che sembravano essere milioni di stupendi microfoni d’epoca.
Era
incredibilmente speciale stare lì, e ci siamo sentito grati, fortunati e
ispirati. Nello Studio 3 abbiamo registrato in un colpo solo una canzone di
quindici minuti quale "Grazie" per chi ci aveva finanziato su
Kickstarter, dove ho cantato tutti i loro nomi (e quelli dei loro animali) e
dove Adam ha suonato una parte di batteria molto "rock"!
Vedo che
avete lavorato con Gordon Davidson e Greg McAllister. Vuoi dipingermi un
quadretto di come sono state le session?
Gordon è un tecnico stupefacente, estremamente amichevole, creativo, che ti
viene incontro, e molto divertente, con un forte accento scozzese – e Greg è il
suo incredibile assistente!
I suoni che Gordon ha ottenuto erano incredibili –
i migliori che io abbia mai ascoltato. Quando siamo arrivati quello che mi
aspettavo di trovare era uno studio piccolo con un piano verticale. Ma lo
Studio 3 (il più piccolo dei tre studi che ci sono lì) è ENORME, e ha il più
grosso banco di registrazione SSL che ho visto in vita mia.
(Ci missano un
sacco di registrazioni orchestrali per il cinema e la televisione.) Ho avuto la
possibilità di scegliere se registrare su un magnifico pianoforte a coda della
Steinway o su un Bosendorfer. (Ho scelto il Bosendorfer.) Gordon e Greg
sembravano completamente affascinati da Abbey Road e sono stati molto felici di
farci fare un giro degli Studio 1 e 2, oltre a lavorare con noi nello Studio 3.
Erano affascinati dallo studio quanto lo eravamo noi, anche se per noi quella
era la nostra prima visita e loro è da un po’ che ci lavorano. Gordon si è
scusato subito per il fatto che quel giorno il mellotron non c’era "dato
che Paul lo ha preso in prestito dallo studio". E ci ha raccontato molti
aneddoti a proposito delle apparecchiature e degli strumenti. Sono stata
strafelice per il fatto che mi hanno permesso di suonare il pianoforte di Lady
Madonna nello Studio 2. Gli Studio 2 e 3 sembravano così familiari, dato che
grosso modo sono rimasti gli stessi degli anni sessanta.
Era da molto
tempo che non sentivo dei timbri di batteria così caldi e dettagliati. Parlami
di questa parte del lavoro. (A proposito: Analogico o Digitale?)
Grazie! Abbiamo
registrato in digitale, ma come ho già detto prima c’erano così tanti microfoni
d’annata (forse dieci o venti) sparsi per tutta la stanza, sia in prossimità
che a distanza della batteria. Il soffitto è molto alto e la stanza ha un suono
davvero incredibile. E naturalmente, Adam produce un gran bel suono…
Sono curioso
di sapere se l’atmosfera dello studio vi ha fatto venire in mente nuove
possibilità sia in termini di arrangiamento che di timbro per ciò che riguarda
le composizioni che avevate portato con voi.
Sì, è stato
proprio così. E avrei tanto voluto passare più tempo lì! Ma non abbiamo avuto
molto tempo, oltre a quello passato a registrare batteria, piano, voce, celesta
e organo su sei canzoni. Abbiamo fatto qualche esplorazione con delle sovraincisioni
di batteria e di piano, e io mi sono concessa anche delle improvvisazioni di
voce, cosa che solitamente non faccio. Ma quello spazio ha tirato fuori il mio
impulso a provare delle cose. Il suono della celesta (da cui deriva il suono
del plug-in chiamato "Abbey Road: Celeste Plug In") è stato uno dei
suoni più belli che io abbia mai ascoltato, e mi ha davvero aperto la mente per
ciò che riguarda le possibilità di questo strumento. Ancora. Dato che non sono
una grande suonatrice di organo non avevo previsto una parte da suonare – ma
quando Greg ha portato l’Hammond B3 che i Beatles avevano usato per
registrare… beh, ho deciso che dovevo metterlo in una canzone! (E’ su Walking
The Cat – la parte molto semplice situata sotto le parti di organo così complicate
suonate da Barney McAll.)
Quando è venuto il momento di fare le sovraincisioni
e gli editaggi ci siamo proposti di mantenere i suoni ottenuti nello studio
tanto "poco effettati" e puri quanto possibile per tutto il tempo che
potevamo finché abbiamo missato l’EP. Tornati a Brooklyn, nel nostro studio
casalingo, non avevo mai sentito dei suoni di batteria così presenti venire
fuori dalle nostre casse. Abbiamo cercato di lasciarli tanto inalterati quanto
possibile.
Com’è il
mangiare a Londra di questi tempi, paragonato a quello di… (Brooklyn,
giusto?)
Terribile! (Ma
ci siamo stati solo due giorni.)
Ovviamente
non è mia intenzione sminuire il lavoro di quanti hanno dato il loro contributo
a New York e di quanti hanno missato e masterizzato il prodotto finito, che ha
una dinamica davvero notevole. Parlami di questa fase del lavoro.
Siamo stati
davvero felici di poter lavorare con alcuni membri del nucleo dei
"Thump" che da lungo tempo sono collaboratori e amici: Jonathan Maron
(basso), Barney McAll (tastiere), Oren Bloedow (chitarra), Pete Galub (voce) e
J. Walter Hawkes (trombone), e anche suonatori d’archi quali Anne Lanzilotti
(viola) e Brian Snow (cello). Ci hanno aiutato molto nel dare una forma alle
canzoni e al suono complessivo dell’EP, che suona un po’ meno "pieno"
del nostro album precedente e che però si situa in un ambito sonoro simile.
Sono stata anche felice del fatto che Rick Moody, autore e musicista, ha
accettato di cantare sulla canzone che abbiamo scritto insieme, Watch the Sunrise.
In più, i miei nipoti – un "lui" e una "lei" – cantano sul
pezzo intitolato Walking the Cat. Se ascolti con attenzione sentirai la risata
"demoniaca" di mio nipote in chiusura di questo EP.
C’è un tema che unifica i testi dell’album?
I
testi sono tutti decisamente correlati al tema della "casa", sebbene
io non ne fossi cosciente quando stavo scrivendo le canzoni. A unire il tutto è
il nostro amore per il nostro gatto, Minke, che ha ispirato il brano che dà il
titolo all’EP.
Gente con cui ho parlato ha mostrato sorpresa per il fatto
che avete pubblicato "solo un EP", così devo chiederti se c’è un
seguito in vista… Cosa riserba il futuro per The Universal Thump?
Sì,
questa è la registrazione più corta che io abbia mai pubblicato! Ma è venuto
naturale farlo dopo aver pubblicato un doppio album. C’è voluto un po’ più di
un anno per finire questa incisione, mentre l’album precedente ci ha preso
quattro anni. Siamo già al lavoro per un EP "gemello" e speriamo di
pubblicarli tutti e due in vinile come un "doppio EP’ in Europa, prima o
poi, il prossimo anno.
© Beppe Colli 2015
CloudsandClocks.net | June 17, 2015