Jimmy
Ågren
Close
Enough For Jazz
(UAE)
Strepitoso
chitarrista, buon polistrumentista (armonica, dobro, mandolino, basso)
e batterista che non pochi gruppi sarebbero contenti di avere seduto
sullo sgabello, Jimmy Ågren è un talento che – fattore
reperibilità permettendo – ci piacerebbe vedere apprezzato in
maniera decisamente superiore. Non sarebbe certo difficile: lo svedese
Ågren è infatti titolare di una bella serie di dischi di
blues – nell’accezione sghemba e dispari di Captain Beefheart. Un blues,
quindi, assolutamente privo di quell’aria manierata che non di rado
indirizza gli amanti del genere verso il settore delle ristampe. Che
la lezione sia stata lungamente maturata è provato dall’omaggio
Made In Sweden inciso alcuni anni fa e intitolato The Music Of Captain
Beefheart. Incastri strumentali mai comodi, chitarre ispide e abrasive,
i caratteristici ritmi spezzati e un’aria sovente ironica rendono misterioso
il silenzio sulla musica di Jimmy Ågren in un periodo in cui è
bastato avere la raucedine per essere definiti "beefheartiani".
Fratello
dell’esuberante e fantasioso batterista che risponde al nome di Morgan
– che con il fluidissimo tastierista Mats Öberg anima il duo Mats/Morgan
(qui l’ascolto privilegiato è senz’altro il doppio intitolato
The Music Or The Money) – Jimmy Ågren aveva fatto ricorso all’apporto
strumentale di amici e parenti per l’ottimo Glass Finger Ghost, apparso
tre anni or sono. Close Enough For Jazz si muove lungo le coordinate
di cui s’è detto, ma stavolta il chitarrista ha fatto quasi tutto
da solo. Strepitose le parti di batteria su New Machine e Close Enough
For Jazz, al solito comunicative, anche se di servizio, le parti vocali.
Molto belli gli intrecci armonica/slide, gli assolo di chitarra – si
ascolti la slide rovesciata di Who’s Lennard – e la verve contagiosa
che anima tutto il lavoro. Non c’è solo blues, comunque – e sarebbe
bello se gli spunti di sapore folklorico che si intravedono sulle strumentali
Who’s Lennard e Fifty Thousand Notes trovassero ulteriore valorizzazione.
Beppe
Colli
©
Beppe Colli 2004
CloudsandClocks.net
| Dec. 12, 2004